La potenza evocativa della musica nella pubblicità

Jingles, sound branding e brani musicali

Il potere evocativo della musica può diventare un vero e proprio strumento di marketing quando si tratta di dover raggiungere diversi target con un semplice messaggio pubblicitario.

La musica gioca un ruolo centrale negli spot pubblicitari e non se ne può fare a meno: è emozione, creatività e suggestione allo stesso tempo e riesce a catturare la nostra attenzione in frazioni di secondi.

Riguardo i jingles: il termine “jingle” è inglese e significa “tintinnio”. I suoi primi utilizzi risalgono al XX secolo, ma è con l’avvento della radio che raggiunge il picco. Un jingle è un motivetto creato appositamente per “colpire nel segno”: il suo punto forte risiede nella sua orecchiabilità e ciò lo rende facile da memorizzare e  serve a rafforzare la brand identity.

Il jingle deve essere breve e incisivo e deve essere ricollegabile al prodotto pubblicizzato in modo chiaro e rapido nonostante la breve durata di uno spot radio o televisivo.

Nonostante l’indubbia originalità ed efficacia dei jingles, nel corso degli anni i brani musicali hanno un po’ soppiantato l’utilizzo di questi allegri motivetti nella pubblicità. 

Riguardo una colonna sonora, non ha bisogno di essere memorizzata dai potenziali consumatori, semplicemente accompagna uno spot pubblicitario facendoci emozionare mentre un jingle ha bisogno di essere ascoltato più volte.

 Sembra che oggi le aziende e le agenzie pubblicitarie preferiscano puntare sugli storytelling emozionali che vanno oltre un divertente tormentone mnemonico: a confermare questa linea di pensiero sono i sondaggi effettuati dall’American Association of Advertising Agencies che ha riscontrato un effettivo calo dei jingles presenti negli spot pubblicitari tra il 1998 e il 2011.

Eppure, nel panorama italiano, sono stati creati moltissimi jingles per la pubblicità che tutt’oggi ricordiamo con un sorriso.

Questo è il potere della musica.

Emanuele Santoro