Bominaco, un angolo meraviglioso d’Abruzzo

Bominaco è una splendida e piccola frazione del comune di Caporciano (AQ) di soli 61 abitanti. Si presenta come un piccolo borgo medievale che custodisce un tesoro degno di una capitale: l’Oratorio di San Pellegrino nella chiesa di Santa Maria Assunta.

Castello di Bominaco

Faceva parte di un antico complesso monastico. In origine si chiamava Momenaco, di proprietà dell’ordine religioso dei Benedettini. Le fonti su Bominaco giungono a noi dal Chronicon Farfense” di Gregorio di Catino. Secondo lo storico Anton Ludovico Antinori, nel 1019 il monastero dipendeva da Farfa e fu donato a Oderisio di Valva (diocesi di Sulmona). 

Nel 1423, l’abbazia di Bominaco venne depredata dalle truppe di Braccio da Montone e il castello distrutto. Fu da questo momento che si iniziò a costruire un piccolo abitato fuori le mura che diventerà l’attuale frazione.

Il complesso abbaziale rimase integro con le mura, gli orti, le case dei monaci, sino al diciottesimo secolo, quando il terremoto del 1703 danneggiò in parte l’abbazia, che verrà restaurata poi negli interni in stile tardo barocco.

Nel 1808 Bominaco fu incluso nel comune di Caporciano e nel 1927 fu definitivamente incluso nella provincia dell’Aquila. Malgrado il lento spopolamento, dovuto anche ad  alcuni danni del terremoto del 2009, ha visto una rinascita economica grazie agli antichi manufatti del castello fortificato e del complesso abbaziale di Santa Maria, con gli affreschi duecenteschi dell’Oratorio.

L’Oratorio di San Pellegrino è una piccola cappella completamente affrescata nel XIII secolo grazie al contributo dell’imperatore Carlo Magno. Un capolavoro assoluto che la furia distruttrice del terremoto del 2009 ha risparmiato. La chiamano la “Cappella Sistina d’Abruzzo”. Date le dimensioni, c’è chi la paragona alla Cappella degli Scrovegni a Padova. Pochi conoscono l’esistenza di questa splendida chiesetta che domina l’altopiano di Navelli e che si eclissa tra i monti di Bominaco.

La struttura esterna, piuttosto anonima, contrasta con un interno caratterizzato da un’esplosione di colori data dagli affreschi che ancora conserva.  Le pareti e le volte presentano episodi tratti dal Vangelo, l’infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale e alcuni episodi della vita di San Pellegrino.

Particolarmente prezioso è il ciclo delle Allegorie dei Mesi dell’Anno, uno dei più antichi esempi di “calendario monastico” d’Europa. Non si conoscono i nomi degli artisti che hanno reso questa magia, ma gli studiosi sono sicuri che si sia trattato almeno di tre persone diverse. 

Dal 1902, l’Oratorio di San Pellegrino è Monumento Nazionale.

La bellezza di questo luogo sta nella sua semplicità, tipica degli edifici di stile Gotico-Romanico, in cui è la pietra grezza che crea l’architettura insieme a poche altre linee essenziali. È il contrasto tra la semplicità esterna e lo splendore interno a lasciare senza fiato quando si entra per la prima volta nell’Oratorio.

Un angolo meraviglioso d’Abruzzo, tra le colline e i boschi, dove la natura si respira ancora genuina e intensa.  Un luogo da scoprire, all’insegna dell’arte, della storia, della religione.

 

Sara Di Rocco