La grotta del Cavallone e le Fate

Grotta del Cavallone

Nel cuore del Parco Nazionale della Majella, nel territorio del comune di Taranta Peligna, c’è una grotta stupefacente e misteriosa. È la più alta grotta naturale visitabile in Europa, famosa per essere stata scelta come scenario della tragedia dannunziana “La figlia di Iorio”.

Si narra che, nel territorio di Taranta Peligna, alcune fate abitassero all’interno della Grotta del Cavallone.  Volavano sui paesi che animavano il territorio della Majella, dispensando doni e, a volte, anche dispetti. Guardavano con occhi amorevoli le vite degli esseri umani, guidando spesso le loro azioni attraverso sogni premonitori o fortunose scoperte di preziosi.

I continui interventi delle fate nella vita degli uomini irritarono le divinità che regolavano il destino degli stessi. Le divinità decisero malvagiamente di punire le fate chiudendo, con una frana, l’ingresso della grotta dove le magiche creature dimoravano. Secondo la leggenda, solo alcune di loro riuscirono a salvarsi.

Ancora oggi chi entra nella Grotta del Cavallone può udire il lamento delle fate rinchiuse nell’antro, che lentamente si trasforma in un melodioso e struggente canto. 

 

Adam Nadir