Mi ritrovai nuovamente seduta su quella sedia, nel mio studio. Feci partire il vinile del cantautore che più amo per lasciarmi trasportare nel dipingere un quadro. Venni ispirata dalla felicità e in qualche mondo riuscì a rappresentarla. Iniziai a dipingere una rosa rossa; mi fece riflettere su quanto bello fosse compiere un piccolo gesto, ma anche quanto fosse sottovalutato e complicato attuarlo. Volevo che qualcosa cambiasse, che la pietra dell’indifferenza si ribaltasse. Una frase premeva la mia mente: “amerai il prossimo tuo come te stesso”. Volevo rendere concrete queste parole: amare il prossimo, renderlo felice. I muri della stanza respiravano l’odore delle cento rose che decisi di acquistare. Desiderai donarne una ad ogni persona che mi si presentava davanti. La volontà di farlo ebbe come unico scopo vedere il sorriso della gente. La gentilezza salverà il mondo! La mia felicità è fare felice il prossimo. Ero felice e “il profumo intenso delle rose riempiva lo studio”.
L. Cilio Liceo artistico, 4 T I.S.I.S. G. Carducci, Comiso