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La tecnologia ci offre gli strumenti per “vedere” l’invisibile

Intervista al fisico genovese Daniele Grosso

di Simone Zaccarini, classe 1B

Daniele Grosso è un fisico specializzato in Fisica Medica, ha conseguito il Dottorato in Fisica e  svolge la sua  attività nei tre settori di interesse dell’Ateneo genovese: Ricerca, Didattica e la cosiddetta “terza missione”, cioé la diffusione delle conoscenze nella comunità di riferimento. 

Al momento sta lavorando ad un progetto per il monitoraggio della densità della struttura ossea attraverso valutazioni effettuate mediante tecniche di machine learning su immagini radiografiche.

Dal 2010 fino alla conclusione, ha contribuito a due progetti, gestiti dal Professor Mauro Taiuti, per il monitoraggio ambientale:  il primo, Arion, per proteggere i delfini in via di estinzione presenti nell’area marina protetta di Portofino, il secondo, whalesafe, per proteggere i capodogli che transitano al largo della costa di Savona, di fronte a Bergeggi.

Si occupa anche di didattica, sia come docente, sia supportando la didattica nei laboratori.

Per quanto riguarda le attività di Terza missione, le ricadute sulla società del lavoro di ricerca e didattica svolte in Ateneo, si può dire che se ne è occupato fin dall’ inizio. Sia perché la Fisica Medica ha proprio questo obiettivo, sia perché i progetti ARION e whalesafe erano volti alla tutela dell’ambiente e del territorio e pensati per ridurre l’impatto delle attività antropiche

I primi due anni della specializzazione in Fisica medica erano svolti in comune con la specializzazione in Fisica ambientale e, sebbene i suoi interessi prevalenti fossero verso la prima, ora è interessato anche alla seconda.

Che ruolo svolge la tecnologia nel tuo lavoro?

La tecnologia ha un ruolo fondamentale per tutto il settore della fisica applicata: ci offre gli strumenti per “vedere” l’invisibile e verificare ipotesi per discriminare quelle teorie che sopravvivono alla verifica sperimentale.

In particolare, l’informatica e l’elettronica sono stati e sono estremamente importanti per il mio lavoro, ma più recentemente ho iniziato ad esplorare anche il mondo affascinante della criogenia e la complessità e varietà delle tecnologie necessarie per le missioni spaziali.

I sistemi di controllo, la telematica, l’automazione e la robotica, il machine learning e la IA, sono strumenti di lavoro ma anche una continua fonte di sfide e una palestra per mettere a frutto tutte le proprie competenze.

Daniele lavora con un computer portatile, un eBook reader ed un tablet, su cui usa moltissimi software per lo più open source, spessissimo linux. A questi si aggiungono molti strumenti di misura, arduino, e macchine costose e meno diffuse, presenti in laboratorio o che loro stessi costruiscono o migliorano.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Tantissimi! Sono una persona curiosa e mentre vorrei continuare a cercare di aiutare i medici a curare le persone, ad esempio a contrastare nuove possibili pandemie con la telemedicina,  vorrei fare qualcosa per l’ambiente, per cui sono interessato al monitoraggio ambientale e mi piacerebbe trafficare con i dati disponibili su atmosfera, mare e terra e raccoglierne altri, per capire come vanno le cose e come possiamo impegnarci per migliorarle.

Sono poi da sempre affascinato dallo spazio, sia dal punto di vista dell’ astrofisica che dall’esplorazione spaziale. Mi piace condividere quello che ho imparato, quindi adoro insegnare, a tutti i livelli, dalla robotica (è un ottimo modo per parlare di matematica, fisica, elettronica, informatica e di tante altre cose interessanti) alla fisica.

Lavorando con gli insegnanti così come con gli studenti, organizzo e svolgo spesso corsi, seminari e campi, estivi e invernali, ho l’opportunità di trasmettere  la mia passione e scambiare idee e progetti e qualche volta incontro persone con cui condivido parte di questo cammino.

Quando,  a conclusione della nostra intervista, gli ho chiesto quale possa essere il ruolo della tecnologia nelle professioni del futuro, la risposta  di Daniele mi ha illuminato:

Viviamo un momento veramente interessante. Le nanotecnologie, la bioingegneria, la robotica, l’intelligenza artificiale. Le tecnologie per l’energia, l’ambiente e lo spazio… c è solo l’imbarazzo della scelta (una scelta che, avendo tanti interessi, è molto difficile anche per me).

In ogni caso, ho giornate piene, non mi annoio, questo è certo! 

Per fortuna ci sono tante persone interessanti, curiose e con una mente aperta nel mondo della Scienza e della tecnologia e questo rende la strada che ho scelto, ancora più stimolante.”