• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Vincenzo Musacchio incontra gli studenti del Liceo classico “Giulio Cesare” di Roma.

Vincenzo Musacchio incontra gli studenti del Liceo classico “Giulio Cesare” di Roma.

Studenti liceo Roma

 

Incontro sulla legalità promosso dai collettivi studenteschi del liceo Classico “Giulia Cesare” di Roma. Tema centrale la lotta alle mafie. Ospite acclamato dai ragazzi il criminologo Vincenzo Musacchio, già docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale presso il RIACS di Newark. Gli studenti hanno curato ogni particolare dell’incontro, contattando l’ospite e programmando una lunga serie di domande. Già nel 2021 Musacchio era stato ospite del Liceo romano ed apprezzato dai ragazzi proprio per il suo impegno nella lotta culturale alle mafie. Agli studenti ha chiesto un impegno individuale e collettivo nella lotta alla criminalità organizzata per provare a cambiare quella mentalità mafiosa che rappresenta l’humus in cui le mafie proliferano e si fortificano. «Studiate e agite consapevolmente perché se voi non vi occuperete delle mafie, saranno loro ad occuparsi di voi». «Siate studenti appassionati e cittadini attivi, denunciate sempre perché le mafie vogliono omertà e silenzio». «Voi siete l’ultima speranza di cambiamento, il futuro sarà nelle vostre mani». Il criminologo molisano ha risposto con grande disponibilità alle tantissime domande degli studenti. Polemica la prima domanda di uno studente sul ruolo dello Stato nella lotta alle mafie. Perché lo Stato non combatte efficacemente le mafie? «In primis non parlerei di Stato ma di una parte corrotta». «Lo Stato è rappresentato dalle tante vittime di mafia che hanno combattuto le mafie a viso aperto la parte corrotta sono coloro che lo rappresentano e si sono schierati con i mafiosi». «Certamente il pericolo maggiore in questo tipo di atteggiamento non univoco è quello di non dare risposte credibili». «Se lo Stato è equivoco è ovvio che il cittadino avrà dubbi nel credere alle istituzioni».  «Bisogna rendere la risposta dello Stato più efficace e più forte nel dare soluzioni e risultati per riprendersi quella parte di credibilità perduta». Un altro studente ha chiesto il perché si parli poco di mafia. Musacchio ha risposto confermando il fatto e citando Paolo Borsellino che incitava a parlare di mafia nei giornali, alla televisione, alla radio e ovunque fosse possibile perché i mafiosi non vogliono che si parli di loro. «Noi invece dobbiamo parlarne ovunque e sempre». Si è parlato anche del tema della legalizzazione delle droghe leggere che, secondo alcuni studiosi, colpirebbe la criminalità organizzata. Il criminologo ha confermato il dato, in quanto, di fatto, con la legalizzazione ci sarebbe un mancato guadagno da parte delle mafie. «La legalizzazione delle droghe leggere, con interventi mirati, potrebbe sottrarre terreno al traffico e allo spaccio e avrebbe il vantaggio di far concentrare la magistratura sulle organizzazioni criminali e sulla filiera economica che ne deriva». «Sappiamo che la microcriminalità è alimentata soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono delitti come furti, scippi e rapine». «La legalizzazione contribuirebbe a far diminuire anche questa tipologia di delitti». L’incontro è terminato con i ringraziamenti degli studenti al criminologo, in particolare per il suo impegno nelle scuole finalizzato a diffondere la cultura della legalità e dell’antimafia iniziata oltre trent’anni fa con il compianto Antonimo Caponnetto. «La vera lotta alle mafie – ha concluso Musacchio – parte dalle scuole e quindi da voi».