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PULCHRUM ET BONUM CONVERTUNTUR CORTO DI CARTA: MARIA OPERA D’ARTE DI DIO

Per il Santo Padre Benedetto XVI, che spesso invitava i cristiani a parlare di Bellezza e a percorrere la Via pulchritudinis, Maria è la Stella splendente di luce e di bellezza, che annuncia e anticipa il nostro futuro, la condizione definitiva a cui Dio, Padre ricco di misericordia, ci chiama. «I Padri e i Dottori della Chiesa, facendosi eco anche del comune sentire dei fedeli e riflettendo su ciò che la liturgia celebrava, hanno proclamato il singolare privilegio di Maria e hanno illustrato la sua luminosa bellezza».

Molto significativa è anche la via suggerita da Paolo VI:«Accessibile a tutti, anche alle anime più semplici, è la via della Bellezza che ci induce alla dottrina misteriosa, meravigliosa, stupenda della Vergine di Nazareth. Maria è la creatura “tota pulchra”, è lo “speculum sine macula”, è l’ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è la Donna vestita di sole, nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli divini, inaccessibili, della bellezza soprannaturale». La bellezza di Maria che la tradizione cristiana acclama come tota pulchra coincide con la sua piena santità, mentre il simbolo dello specchio si riferisce a Sap 7,26, ove si afferma che la Sapienza è speculum sine macula Dei maiestatis et imago bonitatis illius. Chiaro il riferimento alla immacolatezza della Vergine, che le permette di riflettere sul mondo la luce della Sapienza Incarnata, in tutta la sua Bellezza. Anche San Giovanni apostolo nella «Donna vestita di Sole» dell’Apocalisse fa ricorso ad un simbolo cosmico di bellezza: un richiamo a Maria aurora della redenzione.

Per Agostino d’Ippona la Madre di Dio è la Donna che ridà la “dignitas terrae “; questo attributo di Maria può essere tradotto in vari modi: vanto della terra, fiore della terra, splendore della terra, profumo della terra o, letteralmente, «dignità della terra». Maria è la gloria, il vanto di tutta la terra, perché Madre di Dio, perché Madre Vergine, perché immune da ogni peccato, perché nuova Eva. Ed in particolare è Madre della Bellezza, «di quella bellezza che è splendore della Bontà e della Verità. Perciò Maria è bella: è bella allorché con cuore umile (bonitas) e con parola vera (veritas) accoglie la volontà di Dio e si lascia possedere dallo Spirito di pace».
Maria rivela il mistero della «cooperazione» della creatura con Dio: «ecce ancilla Domini» (Lc 1,38); l’obbedienza implica l’attenzione costante e l’impegno di tutte le forze morali: «questa attesa vigilante, questa disponibilità attiva è la creta umida, nella quale soltanto può imprimersi la figura di Cristo». Sia in Agostino d’Ippona che in tutti i Padri della Chiesa è viva la parola del «Credo Apostolico»: «nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine»; con questa
azione santa inizia il progetto di salvezza di Dio, per questo atto singolare tutta la terra viene inondata di bellezza, poiché il Figlio di Dio «nacque da Spirito Santo e da Maria Vergine». «Una sorgente sgorgava
dal suolo e irrigava tutta la faccia della terra»; Agostino vede nella fonte lo Spirito Santo e nella terra Maria, la Madre del Signore. Da notare che il Vescovo Agostino usa il verbo irrigare, che significa non solo bagnare
il terreno, ma bagnare in pienezza, per ricordare il dono dello Spirito che lui definisce: «sovrabbondanza della Verità». Maria è la scala, il tramite che consente a Dio di discendere sulla terra e che congiunge il cielo alla terra.Sin dall’antichità l’annunciazione di Maria Vergine venne chiamata «festa della Radice»: «inaugurando l’economia della salvezza si risale così alla ‘Radice mariologica’ e con questo la Mariologia diviene parte organica della Cristologia», poiché come dice il profeta Isaia «un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici» (Is 11,1). «Sono cose meravigliose, perché divine; indescrivibili, perché inscrutabili; non è in grado di spiegarlo la bocca dell’uomo, perché non è in grado di esprimerlo il cuore dell’uomo. Maria credette e in Lei quel che credette si avverò». Il concepimento di Maria avviene attraverso un atto di fede «La fede nel cuore, Cristo nel grembo»;«hai concepito la carne di Cristo mediante la fede»,e lo ripete, Maria «piena di fede ha concepito Cristo prima nel cuore che nel suo corpo»;questo significa prima di tutto che la maternità divina è preparata dalla fede di Maria e si compie in virtù di un consenso che è atto di fede. Questo sublime atto di fede perfeziona il suo concepimento mediante la carità e il dono di sé. Una verginità, soprattutto, spirituale spiegata da Sant’Agostino come «integra fede».Dopo il suo «sì» il Regno di Dio «già» di fatto abita in mezzo a noi. La vita del Figlio è legata a quella della Madre e la vita della Madre è condizionata da quella del Figlio che Ella porta nel suo grembo. Simbiosi tra la Madre e il Figlio. Un’unione di vita strettamente legata l’una all’altra. Maria si fa solidale con Cristo fin dal primo momento in cui incomincia ad essere Uomo in Lei. Maria lo accoglie nel suo grembo, riconoscendosi e volendosi «serva del Signore»: affinità perfetta tra il Figlio e la Madre sino al Calvario. Per questo atto di fede, di ubbidienza e di umiltà i cristiani di tutto il mondo trovano in Maria una grande Bellezza. Rispetto alle creature per Maria viene affermata una relazione di singolare eccellenza. Il dono di Grazia santificante precede di gran lunga tutte le altre creature celesti e terrestri. La bellezza della Madre di Dio è così alta da non consentire a nessuna lingua umana di poterla descrivere in tutto il suo splendore.
Così dicasi anche per i nostri occhi. Sono così miopi da vedere solo come una sagoma e nulla più.
La consolazione più grande è sapere però che Lei è nostra Madre per sempre, oggi e nei cieli.
È questa la vera gioia di un cuore: eleggerla come sua vera Madre. Non è sufficiente che Cristo abbia fatto il dono.
Ora è il cuore che deve accogliere il dono come se fosse ottenuto da Cristo Gesù su sua richiesta. Gesù, mi doni tua Madre come mia vera Madre?
Questa è l’invocazione che il cristiano deve rivolgere a Cristo , ma soprattutto contemplare l’infinita bellezza di Maria come opera d’arte di Dio .

Domenico Maria Pelligra IV A Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)