Fin dal primo istante in cui l’uomo ha imparato a respirare, si è innescata in lui la più profonda venerazione per la Grande Madre Terra, la Dea regolatrice del mondo a cui deve la vita stessa. Fin dai tempi antichi si tramanda ai posteri il viscerale rapporto che ha costantemente connesso l’uomo alla Terra.
Eppure basta affacciarsi alla finestra e osservare il mondo per chiedersi che fine abbia fatto quell’immensa adorazione che ha sempre caratterizzato i popoli delle origini.
Il progresso e la tecnologia hanno pian piano preso il sopravvento e, secolo dopo secolo, hanno offerto all’umanità un nuovo modo di vedere le cose e un modo nuovo di vivere.
I tempi si sono accorciati, e le distanze anche.
Tutto è diventato più immediato, veloce, superficiale; in particolare nella nostra società, in cui regna la cultura del proprio io e in cui, in realtà, il naturale è artificiale.
E forse in una civiltà fulminea come la nostra non c’è più spazio per preoccuparsi della natura, per prendersi cura della Terra alla quale inesorabilmente apparteniamo.
O forse è solo questione di tornare a domandarsi cosa sia davvero essenziale.
In un’epoca in cui l’inquinamento dilaga, il riscaldamento globale aumenta instancabilmente e il nostro pianeta soffoca sotto il peso dello smog, la Giornata Mondiale della Terra fa da spartiacque: con le sue manifestazioni e progetti a cui prendono parte più di un miliardo di persone, è attualmente l’evento green più influente in tutto il mondo.
Istituita nel 1969 con lo scopo di promuovere la salvaguardia del pianeta, è una giornata da dedicare interamente alla Terra, in cui riflettere sulla radicale importanza del tornare a quell’intima venerazione per la natura circostante.
Più di 180 Paesi aderiscono a questa iniziativa e si adoperano per sensibilizzare il resto del mondo, ispirandosi al concetto base che ha dato origine a questa stessa ricorrenza: “tutti, a prescindere dalla razza, dal sesso, da quanto guadagnino o dal luogo in cui vivono, hanno il diritto ad un ambiente sano e sostenibile”.
E noi, nel nostro piccolo, possiamo fare molto più di quello che immaginiamo.
In fin dei conti non significherebbe niente più se non rispettare il pianeta in cui viviamo e, semplicemente, amarlo.
È risaputo che, alla fine, non potrebbe esistere modo migliore di questo.
Alessandra Masciantonio