Le Isole Kiribati rischiano di scomparire

La Repubblica di Kiribati,  a cavallo della regione equatoriale del Pacifico centrale, comprende 33 atolli e isole coralline. Un vero e proprio paradiso terrestre che, purtroppo, è destinato a scomparire.

Kiribati è divisa in tre principali gruppi di isole: le isole Gilbert, le isole della Fenice e le isole della Linea.  Nel complesso, gli atolli e le isole supportano una ricca cultura che dipende fortemente, per la sua sopravvivenza, dalla biodiversità e dalle risorse naturali. L’isolamento geografico e la lontananza dal resto della civiltà, pongono un vincolo di sviluppo in termini di accesso regionale e mercati globali economici. Il paese soffre, inoltre, di una carenza di lavoratori qualificati, di infrastrutture adeguate, di un opportuno sviluppo economico. Cinque settori svolgono un ruolo chiave nell’economia di Kiribati: pesca, agricoltura, acqua, energia e turismo.

Secondo la comunità scientifica, Kiribati rischia di non esistere più entro il 2100 a causa degli effetti del riscaldamento globale. Il caso di questo piccolo paese è la dimostrazione che i cambiamenti climatici sono in atto e che questi hanno effetti disastrosi sulle comunità umane già da ora.  Riflettere sugli effetti del riscaldamento globale e sulle possibilità di una tutela per chi fugge a causa del clima è, oggi più che mai, di notevole importanza.

Date le sue isole basse e la posizione nel Pacifico, è uno dei paesi più vulnerabili al mondo ai cambiamenti climatici. La maggior parte degli atolli si trova a soli 3-4 m sopra il livello medio del mare e non supera i 2 km di larghezza. L’innalzamento del livello del mare finirà per rendere le isole inabitabili, diminuendo la disponibilità di acqua dolce e la capacità di crescere colture alimentari a causa del cambiamento dei modelli di precipitazioni, della siccità, della salinizzazione delle acque sotterranee e dei potenziali cambiamenti nell’ambiente marino. 

“Kiribati è al centro del mondo. Così lontani, così isolati, pensavamo di essere immuni alle tribolazioni di questo mondo”, afferma l’ormai ex Presidente Anote Tong riferendosi alla sua terra. Qual è, invece, il futuro che attende la popolazione di Kiribati? In che modo il cambiamento climatico sta minacciando l’abitabilità di questo arcipelago? Si tratta davvero di una crisi senza soluzione? Il destino di molti atolli del Pacifico è incerto. Molti locali hanno visto le proprie case e i propri villaggi essere ripetutamente distrutti dai numerosi cicloni che si sono abbattuti su Kiribati negli ultimi anni.

L’innalzamento del livello dei mari, gli eventi climatici più estremi e più intensi, lo sregolamento del ciclo idrologico e i risvolti negativi sui raccolti e le riserve idriche, sono alla base di una percezione sempre più inquieta rispetto al futuro di queste isole. Nonostante questo, la popolazione combatte, resiste e si fortifica tentando di trovare valide alternative alla rilocazione. Al di là di soluzione fantascientifiche come l’idea di costruire isole artificiali autosufficienti ed ecosostenibili che difficilmente vedranno luce, ciò che dovrebbe contare maggiormente in questo preciso momento è la solidarietà di una comunità internazionale intenta ad agire sulle cause della crisi ambientale globale, senza ulteriori e inutili indugi.

Alessia Dragaj