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Lo sapevi che nella tua città esistono storie curiose, particolari architettonici nascosti, sotterranei sconosciuti?

Il gruppo di studenti del Polo Liceale “R. Mattioli” di Vasto, protagonisti del PON dal titolo “ Lo sapevi che”, ha potuto curiosare ed apprezzare in modo diverso alcune caratteristiche della propria città grazie  alla guida speciale  dell’architetto Francesco Paolo D’Adamo. Cultore curioso della storia di Vasto, assieme alle docenti  Giovanna Santangelo  e Clotilde Muzii,  ci ha fatto attraversare  un ampio  spazio temporale con molti riferimenti ed echi culturali: dalla facciata di San Giuseppe che racconta mille anni di storia,  ai riferimenti espliciti, nella raggiera del rosone, di simbologie che portano agli anni venti del Novecento, periodo che ha caratterizzato architettonicamente l’attuale centro storico con piazza Rossetti, la costruzione degli ex palazzi scolastici, il Politeama “Ruzzi”.

Il percorso poi continua alla scoperta di architetture “nascoste” come resti della   facciata duecentesca del palazzo D’Avalos, coperta da quella attuale forse ispirata dal Marchese Cesare Michelangelo D’Avalos al palazzo Farnese a Roma, o ancora una colonna di granito verde posta ad un angolo dello stesso palazzo.

Realtà e credenza popolare si scoprono poi davanti al Palazzo Nibbio dove, pare, in alcuni momenti è possibile incontrare ancora la figura evanescente ed elegante di Lavinia Feltria della Rovere (1558-1632) , moglie  di Alfonso Felice d’Avalos, principessa di Francavilla e marchesa del Vasto e Pescara.

Basta poco e si ritorna ad un passato prossimo con il racconto puntuale dell’architetto D’Adamo del drammatico evento della frana del Muro delle Lame, calamità che ha disperso e disgregato l’antico tessuto sociale vastese che abitava su quella che oggi è una straordinaria balconata sul mare, distruggendo edifici, case, e la chiesa di San Pietro, simbolo religioso tra i più forti della tradizione vastese.

Le curiosità riprendono tra i vicoli della Vasto medievale, con i racconti appassionati del nostro “cicerone” che intersecano ancora il sacro e il profano: storie di antichi reliquiari e briganti, rinchiusi in un carcere sotterraneo. Forse.  Reale e vera è stata questa bella esperienza.

Redazione Mattioli’s Chronicles