“United in diversity”, ossia uniti nella diversità, è una delle citazioni che ci hanno accolto al nostro arrivo al Parlamento Europeo di Bruxelles. Questa frase, apparentemente semplice, sintetizza tutto ciò che il progetto Erasmus+ KA229 “EACiti – European Active Citizenship” ha rappresentato per me e per tutti coloro, docenti e studenti, che hanno contribuito alla sua implementazione.
Il percorso che ci ha portati a Bruxelles è stato lungo e non privo di ostacoli. Concepito nel mese di marzo 2020, in piena pandemia, questo progetto è stato la risposta al bisogno profondo di reagire a quella tragedia, programmando opportunità formative per il futuro: i docenti di quattro scuole, diverse per collocazione geografica, lingua e percorsi di studio, hanno accettato la sfida, costruendo una proposta progettuale, rivolta agli studenti, di scoperta dei valori della comune cittadinanza europea.
Fin dall’inizio, l’intento è stato di valorizzare ciò che ci unisce ed abbracciare le differenze come elementi di ricchezza e mai di divisione. Il nostro “viaggio” è iniziato a Vasto, in Italia, nel marzo del 2022 con il tema della buona comunicazione e della lotta alle fake news, per poi proseguire a Neumuenster, in Germania, nel settembre dello stesso anno per affrontare il problema dello sviluppo sostenibile e della tutela dell’ambiente. Le tappe successive si sono svolte quest’anno e ci hanno portato a febbraio a Tallinn, in Estonia, per occuparci di bullismo e cyberbullismo, per poi passare all’uguaglianza di genere a Satu Mare, in Romania, nel mese di aprile.
Con lo scambio di Bruxelles di questo mese, incentrato sui temi dell’inclusione e della lotta alla discriminazione, si conclude una esperienza entusiasmante, dalla quale tutti noi, docenti e studenti, abbiamo imparato moltissimo e che ci ha offerto stimoli continui di crescita come persone e come cittadini.
I punti di forza di questo progetto sono stati molteplici, ma oltre al forte impatto emotivo e di riflessione critica sulle tematiche trattate, ciò che mi rimarrà sempre nel cuore sono le immagini dei ragazzi, curiosi e complici, nel loro interagire fra nazionalità diverse, e la forte sintonia fra noi docenti che ci ha sempre permesso di individuare soluzioni comuni senza conflitti, voglia di primeggiare o pregiudizi culturali. Tutto questo non sarebbe mai stato possibile senza il programma Erasmus+. Pertanto, pur nella triste consapevolezza che il nostro partenariato è ormai nelle sue fasi finali, noi docenti italiani, tedeschi, estoni e rumeni del gruppo di progetto siamo determinati a mantenere il forte legame che si è creato fra di noi, e continuare a dare il nostro contributo per diffondere fra i giovani i valori della cittadinanza europea.
Carla Orsatti