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“Fuori tema” di Marco Marini una storia di disagio sociale

Il racconto di Marco Marini, “Fuori tema”, delinea perfettamente la figura di Eric, un ragazzo apatico, asociale,  estraneo alla quotidianità che caratterizza un giovane della sua età. E’ perseguitato da un perenne e opprimente senso di odio e malessere interiore così forte da spingerlo ad essere autore di una delle più grandi stragi dal dopoguerra. Lo scrittore decide di tracciare la personalità di Eric alternando gli  stati depressivi e folli del giovane con stati di lucidità quasi maniacale.

La narrazione si struttura cogliendo il punto di vista del ragazzo e di due giornalisti, Domenico e Cinzia, ingaggiati da una rivista per ricordare la carneficina avvenuta in un piccolo paese del Nord Italia,  Sinego, nell’estate del ‘99.

In questo libro l’autore non si sofferma particolarmente sul dove e quando, ma sulla peculiarità degli aspetti psicologici dei personaggi, portando il lettore a penetrare sempre più nella mente contorta e malsana di un ragazzo apparentemente “strano”.

Fulcro del racconto è l’essere influenzabile della mente umana. Nella vita, le esperienze negative sono spesso difficili da superare tanto da spingersi in un limbo dove più nulla viene visto in maniera positiva.

La storia è originale, semplice, discorsiva e con un finale inaspettato.

Eric ricompare, dieci anni dopo essere stato dichiarato morto, nel luogo dello scempio, con un mazzo di rose bianche e rosse. Il gesto è già presente in un’altra scena, dove il ragazzo porge lo stesso mazzo di fiori a Giada, collega di lavoro e amica, della quale è innamorato, morta erroneamente anche lei nell’estate del ’99.

Vittoria Del Borrello