Il mistero della Myrtles Plantation

Ciò che oggi è un B&B alle origini era una casa considerata maledetta, edificata su un terreno dove gli indiani erano soliti seppellire i loro morti.

Costruita nel 1796 dal generale David Bradford, la Myrtles Plantation, che si trova a Francisville, in Louisiana, deve il suo nome alle piante nel terreno circostante. Qui si alternarono le vicende di David, della sua progenie e dei nuovi acquirenti, tra morti, scomparsi, malattie, omicidi e impiccagioni. 

David Bradford era un avvocato di successo e stava cercando uno stagista. Assunse così Clark Woodruff, che abitò con loro e si innamorò di Sara Matilda, una delle sue figlie. I due si sposarono e ampliarono la casa e il terreno circostante, dove piantarono mirti e cotone.
Clark e Sara ebbero tre bambini, ma poco dopo Sara morì per la febbre gialla, l’anno successivo morirono anche il figlio maschio James e la figlia maggiore Cornelia. Nel 1834 Clark e la sua unica figlia rimasta andarono via, lasciando la piantagione alla famiglia Stirling.  Gli Stirling ebbero nove figli, ma cinque di loro perirono in età molto giovane. Dopo tre anni dall’acquisto della casa, anche il signor Stirling morì lasciando l’abitazione in eredità alla moglie. La piantagione passò negli anni attraverso parecchi proprietari e molti di essi si ritrovarono spesso a subire lutti in famiglia o addirittura morti violente. Durante la Guerra Civile la casa venne saccheggiata da alcuni soldati: tre di questi vennero uccisi proprio all’interno dell’abitazione e la macchia del loro sangue presente sul portone è diventata indelebile.

La tenuta venne acquistata da Harrison Milton Williams, che vi abitò insieme alla sua famiglia. Anche su di loro si abbatté la sciagura. Il figlio maggiore, durante una tempesta, annegò. 

Negli anni ’20 la casa passò a Marjorie Munson, che fu una delle prime a notare cose strane accadute intorno all’edificio, e questo portò a numerose storie di fantasmi.

La casa ha sopportato molti altri passaggi di proprietà fino a quando non è stata finalmente acquistata da John e Teeta Moss, che ora sono gli attuali proprietari. 

Ci sono molte leggende che circondano Myrtles Plantation. Si dice che sia “una delle case più infestate d’America”. E’ stata riscontrata la presenza di una giovane nativa americana. Probabilmente è Chloe, una donna ai servigi di Clark e Sarah Woodruff, costretta a subire gli abusi sessuali del padrone. Tentò di vendicarsi cucinando una torta imbottita di veleno, ma il suo piano fallì miseramente: solo Sarah e le sue due figlie la mangiarono. E Clark ne ordinò l’impiccagione appena scoperto l’accaduto. Chloe imperverserebbe ancora nella casa con un turbante verde in testa, per nascondere l’amputazione dell’orecchio, voluta dal signor Woodruff. 

Si asserisce inoltre che la piantagione abbia circa 12 fantasmi e che al suo interno siano avvenuti ben 10 omicidi, sebbene i documenti storici indichino solo l’omicidio di una persona, William Winter, un avvocato che ha vissuto nella piantagione e morto sul 17esimo gradino della scala. 

Morgan Moss racconta che sua madre, nel 1992, mentre scattava delle fotografie per scopi assicurativi, per caso fotografò quella che sembrava essere una schiava in piedi tra il negozio del generale e la dispensa del maggiordomo della villa. 

Un altro particolare inquietante coinvolge uno specchio situato nella casa. La storia dello specchio è legata a quella di Chloe perché si racconta che Sara Woodruffs e le sue figlie siano intrappolate nello specchio, dopo essere state assassinate da Chloe. Molti visitatori hanno riferito di aver visto impronte di mani sullo specchio, probabilmente appartenenti a Sara e ai suoi figli, alcune persone hanno anche notato una figura in abiti antichi nascosta all’interno del vetro deformato dello specchio.

David Young venne con sua moglie per investigare, con lo scopo di avere risposte sulle leggende che circolavano. Mentre erano in cortile, all’improvviso le finestre iniziarono a vibrare in modo violento, provocando un rumore spaventoso. David si avvicinò, ma prima che le potesse toccare, si fermarono. Dopo aver scattato delle foto, si accorse, guardandole bene, che alcune ritraevano una bambina intenta a gettarsi dalla finestra. 

 

                                        Giulia De Simone