Siamo uniti, ma ci manca il contatto

In questo periodo di quarantena, le persone hanno sempre più nostalgia del contatto e della vicinanza fisica degli altri individui e per questo per sentirsi solo un po’ più attaccati, anche coloro, che inizialmente erano indifferenti ai vari problemi altrui, iniziano ad aiutare. A dimostrare il loro calore umano attraverso la solidarietà. Questa mancanza di vicinanza ha portato ad avere nuovi bisogni e nuovi desideri. Infatti prima c’era solo quello di stare all’aperto o di cambiare aria, mentre adesso c’è quello di avere una persona al proprio fianco in tutti i sensi.
Penso che avremmo dovuto aspettarcelo sin da subito questo cambio di idee. Solo dopo pochi giorni avevamo già bisogno di uscire e adesso anche di avere qualcuno da abbracciare e con cui parlare dal vivo. Personalmente non vedo l’ora che tutto ritorni com’era prima, sia perché finisca questo incubo per i medici, i familiari dei malati e per gli infetti stessi, sia per il fatto di rivedere le persone a cui voglio bene o che conosco da quello che sembra una vita. / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze
[Articolo scritto durante il lockdown]
Corinna / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze
Corinna Martinoli