UN FILM CHE FA RIFLETTERE

Eccole le riflessioni dell’alunno della classe III BL Liceo Scientifico delle Scienze Applicate del II Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, Giuseppe Citarda, dopo aver visto il film “C’è ancora domani”.

Il film, basato sulla differenza di genere, è ambientato a Roma nel 1946 e racconta la storia di Delia, una donna con 3 figli (due ragazzi e una ragazza) che fa parte di una famiglia molto umile e che si prende anche cura del padre di Ivano, il marito della protagonista. 

Delia è una donna che si dà sempre da fare e non ha mai del tempo libero. Dato che alla famiglia servono soldi fa tanti lavori ma non è l’unica; infatti, lavorano anche il marito Ivano e la figlia Marcella dal momento  che il padre non le permette di andare a scuola, al contrario degli altri due figli più piccoli. 

Durante quel periodo le donne (tra cui Delia) venivano sottomesse dall’uomo perché considerate incapaci ed erano costrette a subire umiliazioni e spesso violenze fisiche. 

Per tutta la durata del film lo spettatore si convincerà che l’obiettivo di Delia è quello di fuggire dal marito violento per iniziare una nuova e migliore vita, ma negli ultimi minuti del film vengono svelate le sue intenzioni: Delia, che per tutta la durata del film ha subito violenze dal marito anche per difendere la propria figlia Marcella, non ha mai pensato di scappare, ma di andare a votare al referendum del 2-3 giugno 1946. 

Supportata dalla figlia riuscirà a votare e ad affrontare faccia a faccia il marito, che da lì in poi non potrà fare più del male a lei e ai suoi figli, dimostrando tutto l’amore che una madre può provare per i propri figli regalando anche i suoi risparmi alla figlia così da permetterle di andare a scuola.  

Delia è una donna semplice e umile, con un carattere molto forte che lotta per ottenere ciò che le spetta. 

Inoltre, ama incondizionatamente i suoi figli tanto da difenderli prendendosi la colpa di azioni che non aveva commesso schierandosi contro il marito, ma anche perché ha avuto il coraggio di compiere un gesto estremo (far esplodere il bar del futuro sposo della figlia con l’aiuto di William, soldato americano) per il bene della figlia. 

Il film è una denuncia alla violenza di genere ed invita chiunque ad avere rispetto del prossimo indipendentemente dal sesso o da qualsiasi altro tratto considerato diverso dato che nessuno deve sentirsi superiore all’altro. 

Inoltre, rivendica i diritti delle donne che hanno subito e lottato tanto per essere considerate allo stesso livello degli uomini, ma trasmette un messaggio universale: chiunque stia subendo una violenza di qualsiasi tipo deve reagire, deve ribellarsi e deve combattere affinché non ne riceva più.

Il film è in bianco e nero per dare l’illusione che racconti di vicende non più attuali, ma in realtà narra di temi ancora oggi presenti nella società. 

Il linguaggio cinematografico è perfettamente studiato ed applicato, infatti è stato in grado di evidenziare quando la protagonista subiva violenze, oppure quando attraverso una rotazione a 360° della camera nella quale si mostravano Delia e Nino mentre mangiavano della cioccolata senza dire niente, è riuscito a far capire allo spettatore cosa provassero i due personaggi in quel momento.  

I dialoghi sono ben strutturati ed espliciti, scritti in maniera semplice e tali da  non rendere troppo pesante la visione del film attraverso l’uso dell’ironia e del sarcasmo. 

Sono rimasto colpito durante la scena dell’esplosione del bar perché ho capito che i genitori vogliono solo il meglio per i propri figli e sono disposti anche a farsi odiare da loro, che non riescono a capire il vero motivo per il quale i genitori prendono determinate decisioni. 

I personaggi sono stati in grado di farmi provare moltissime emozioni grazie alla loro bravura nel recitare. Sono rimasto molto deluso da Giulio, il ragazzo amato da Marcella che subito dopo la proposta ha iniziato ad essere possessivo ed aggressivo nei confronti della ragazza. 
L’interpretazione che mi ha più colpito è quella del personaggio di Marcella perché è riuscita ad instaurare il rapporto con la madre che vorrei io con la mia. 

Citarda Giuseppe 3BL