Davvero “Buona” questa Scuola?

Grandi cambiamenti hanno sconvolto il sistema dell’istruzione in Italia, dall’introduzione della tanto discussa “Alternanza Scuola-Lavoro” alle più recenti modifiche apportate all’esame di maturità. La “nuova” scuola è poi così “buona”? Piace davvero ai docenti che poi effettivamente vivono la realtà scolastica in prima persona? Parla Emanuela Trocino, professoressa di storia e filosofia presso il Liceo Classico Francesco Vivona di Roma.

Professoressa, dal momento che riveste il ruolo di “ tutor” nei progetti di A.S.L. per diverse classi del suo Liceo, che idea si è fatta di queste attività?

Era un progetto in cui credevo moltissimo. Mi era sembrata un’occasione di aprire una finestra sul mondo del lavoro ,ma, lavorandoci da dentro, mi sono resa conto che non era possibile conciliare tutte queste attività con lo studio . Dipende poi molto dal tipo di scuola . Gli studenti che si iscrivono al classico devono prima di tutto imparare a studiare, non a lavorare, il lavoro verrà dopo, è giusto orientarsi, ma le 200 ore finiscono quasi per diventare un capestro. Inoltre questi progetti sono caratterizzati dalla prerogativa tipicamente italiana di trasformare tutto in piccoli business. Come al solito, la pratica è molto diversa dalla teoria e sinceramente sono un po’ delusa.

Cosa ne pensa della “nuova” maturità?

L’idea che cambino i punteggi personalmente mi infastidisce. Già in sede d’esame noi professori passiamo dalla valutazione in decimi a quella in quindicesimi, e non sempre vedo colleghi esterni elastici in queste trasformazioni . Non credo sia redditizio cambiare ulteriormente sistema e richiedere un altro sforzo di adattamento. Sono contenta però dell’abolizione della terza prova, un ibrido, una dizione scritta di materie orali che non aveva nessun senso. Penso dopo tutto che l’importante sia la sostanza dell’esame, che deve rimanere esame.

Lei personalmente in cosa riformerebbe la scuola italiana?

Sicuramente nei contenuti dei programmi scolastici, che si dice siano tanto liberi ma poi così liberi non sono. Mi piacerebbe una nuova organizzazione oraria che consenta di modulare i programmi in cicli trimestrali e semestrali, in modo da permettere agli studenti di studiare le materie con più continuità.

Cosa manca nella scuola di questo periodo?

Ci sono troppi voti e poca tranquillità. Vedo tanta ansia soprattutto nelle aspettative dei genitori, estremamente pretenziosi nei confronti dei figli.

Qual è secondo lei il destino dell’istruzione italiana? Come si immagina la scuola fra 20 anni?

Vedo scenari apocalittici. Se tutto va come il nostro governo vuole, la scuola diventerà cosa di poco conto, con pochi investimenti e nessun tipo di interesse nel pubblico. Noi non fabbrichiamo merce, però formiamo cervelli, e cerchiamo di farlo nel modo migliore possibile. Spero vivamente di sbagliarmi e mi auguro che ci sia qualche illuminato che voglia dare nuovamente credito a una tradizione così importante.

LUDOVICO ANIBALLI- 4G- LICEO VIVONA