Il prescelto – Racconto

 

…e vissero tutti felici e contenti. Vi è piaciuta la storia ragazzi?

Nonno, non siamo più dei bambini -.

Uff! Non si è mai grandi per le fiabe…

I ragazzi sospirarono.

Ok, vi racconterò un’altra storia e vi prometto che questa é accaduta realmente….

Era un triste giorno di novembre quando il nonno iniziò a raccontare la storia che avrebbe potuto cambiare la vita di tutte le persone presenti, se solo gli avessero prestato più attenzione…

 

Leo era diverso e per questo era sempre stato etichettato come strano. Sapeva di non essere come gli altri, perfino disprezzato dai suoi genitori, ma non ci badava molto perché sapeva di poter contare sulla sua seconda famiglia. Finita la scuola, si precipitò verso il bosco. I suoi genitori credevano fosse da un amico, a loro non importava molto di lui invece fra le creature del bosco si sentiva a casa. Quella notte c’era la festa del plenilunio: tutte le creature magiche si riunivano. Leo era a metà strada quando l’aria si riempì di fumo e dissolvendosi rivelò il mago più temuto in tutti i boschi del mondo. Non aveva un nome preciso, era solo Il Mago. Si diceva che fosse esistito in tutti i tempi ed in tutti i luoghi. Da anni Leo aveva sentito parlare della famosa profezia secondo la quale il mago un giorno sarebbe stato sconfitto da un ragazzo, mezzo umano e mezzo magico, un ragazzo speciale, il prescelto. Leo aveva sempre sperato che quel ragazzo sarebbe stato lui.

Fu un secondo e tutto scomparve; per un attimo l’unica cosa che sentì fu il silenzio. Leo sbatté gli occhi, non capiva dove si trovava. Sentì delle voci e trattenne il fiato

– Cosa vuoi fare con il ragazzo?

– Mi farò consegnare l’amuleto e poi vedremo .

Una risata agghiacciante echeggiò fra i muri..

– Guarda, il ragazzo è sveglio!

 Il Mago si rivolse a Leo

– Ora, dammi subito l’amuleto .

Leo non capiva, lui non aveva nessun amuleto, aveva solo un ciondolo che gli era stato trovato addosso quando fu adottato dalla sua famiglia umana, esso avrebbe dovuto cominciato a brillare quando avrebbe incontrato i suoi veri genitori, ma il mago non poteva voler dire quello.

-Allora!

 Il Mago era stufo, gli strappò la maglietta e prese l’amuleto appeso al collo: allora era davvero quello che cercava.

-Con te ho finito, disse il Mago .

Due guardie presero Leo, lo portarono giù fino ad arrivare davanti ad una cella. Leo si stese sul letto, che strano, sentiva dei rumori, notò allora una grata dalla quale sembravano provenire delle voci. Leo trattenne il fiato e iniziò ad ascoltare.

 

-…ora che ho l’amuleto posso mettere in atto il mio piano. Esso contiene un grande potere. Grazie a questo potrò distruggere il mondo, rimodellarlo e creare il mio impero. L’amuleto sprigionerà il Grigio che si mangerà a pezzi il mondo cancellandolo per sempre .

Poi tutto si quietò e con mille pensieri che gli frullavano per la testa Leo finì per addormentarsi.

Fu svegliato dal rumore di qualcuno che maneggiava con la serratura della sua cella: era una ragazza che dagli abiti sembrava essere una delle serve del Mago. La porta della cella si aprì con un sinistro cigolio. La serva fece segno a Leo di fare silenzio e di seguirla. Camminarono fra i corridoi del castello fino ad arrivare davanti una porta. La serva finalmente parlò:

– Quando uscirai ti troverai davanti al famoso Bosco dove si trova la Grotta della Salvezza, lì sarai al sicuro .

Leo fu tentato di uscire, ma sapeva di non poterlo fare.

– Non posso, ho sentito cosa intende fare Il Mago e  sono l’unico che può fermarlo .

La serva non disse nulla e gli dette una  pergamena: era la mappa del castello.

Leo sapeva di dover trovare l’amuleto. Entrò nella stanza del Mago, i minuti passavano, ormai aveva cercato dappertutto.

Sentì un rumore alle sue spalle, il sangue gli si gelò nelle vene, si girò: era il Mago, con l’amuleto al collo. Non c’era tempo per pensare, l’unica via di uscita era la finestra dietro di lui. Prima che Il Mago potesse reagire saltò e… atterrò su un mucchio di fieno. Forse era semplice fortuna ma Leo era sicuro che ci fosse dietro qualcun altro.

Dietro di lui sentiva le urla del Mago. Davanti a lui si stagliava il Bosco, senza esitazione si mise a correre. Leo era nel panico, era questione di tempo prima che i soldati del Mago lo trovassero, fu in quel momento che la vide: davanti a lui c’era l’ingresso della Grotta della Salvezza e senza pensarci due volte entrò.

Leo non sapeva da quanti giorni fosse arrivato lì ma capì che non poteva rimanerci  per sempre. Lui era il prescelto, il ragazzo speciale su cui tutti contavano. Si alzò e rimase ad ascoltare per qualche secondo ma non c’era nessuno. Quando uscì, capì che era troppo tardi: il Grigio stava avanzando.

Leo si sentì male, non voleva arrendersi ma capì che non c’era nulla da fare. Fu allora che notò una sagoma sul bordo del burrone, che guardava immobile giù verso il Grigio. Leo si avvicinò piano e capì subito chi era. Prima che la sua mano scattasse in avanti pronta a spingere si fermò a riflettere: era davvero disposto a uccidere qualcuno per salvare il mondo?Sì, ma dentro di lui c’era una vocina che gli diceva di non farlo.

Leo guardò, con un misto di sollievo e rancore, il Mago cadere giù. Un attimo prima di scagliare giù l’amuleto sentì il gioiello scaldarsi  nella sua mano e con disgusto Leo vide che si stava illuminando, cosa che avrebbe dovuto fare solo vicino al suo vero genitore.

 

Il nonno pronunciò l’ultima parola della storia e, dopo un attimo di pausa, chiese:

– Vi è piaciuta la storia, ragazzi?

– È perfino peggio dell’altra, nonno…  .

Il nonno non rispose, sentiva che l’amuleto pulsava sul petto e un sorriso gli affiorò sulle labbra.

 

Rebecka Altomare / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze