Intervista a Gioia Barbera

Abbiamo intervistato Gioia Barbera, appassionata di musica e di pianoforte così tanto da essere riuscita ad entrare al Conservatorio di Santa Cecilia, con la speranza di fare della sua passione un lavoro in futuro.

Quando è iniziata la tua passione nei confronti della musica?

Ho cominciato a suonare all’età di 7 anni. Era estate ed avevo appena visto in televisione un violinista suonare una melodia.

Da quel momento insistetti molto con i miei genitori affinché mi facessero prendere lezioni di pianoforte. Essi all’inizio considerarono questa mia proposta un capriccio, finché non mi iscrissero a pianoforte trovandomi una bravissima maestra.”

Qual e’ il tuo più grande sostenitore?

Ho conosciuto molte persone che ritenevano che non avrei mai sfondato professionalmente nel mondo della musica e che questa professione non mi avrebbe mai garantito una situazione economica stabile. Gli unici che fin dall’inizio mi sostennero furono i miei genitori che ringrazio infinitamente per avermi appoggiato sia moralmente che economicamente.”

Che sentimenti provi quando suoni?

Mi è stata formulata molte volte questa domanda ed ogni volta rispondo sempre alla stessa maniera: purtroppo è difficile descrivere la musica poiché il legame con il pianoforte è una realtà

molto particolare. Molte volte faccio addirittura finta che i pianoforti siano i miei fidanzati e che un giorno li sposerò.

Tento comunque di esprimere le mie emozioni attraverso la musica.”

Qual è il compositore a cui ti ispiri? Perché?

I compositori a cui mi ispiro maggiormente sono Mozart e Beethoven, poiché li ritengo entrambi fenomenali, anche se al loro tempo erano considerati dei folli. Di Mozart ammiro tantissimo un’opera che sto suonando ultimamente, poiché a differenza delle altre è malinconica e molto difficile da interpretare. Questa è intitolata “La sonata per pianoforte in minore, KV 310”. Un altro compositore che ammiro moltissimo è Chopin, che grazie alla sua passione è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia della musica.”

Sei superstiziosa? Se sì, hai dei riti scaramantici prima di esibirti?

Sorridendo ci risponde:“Diciamoci la verità, in fondo tutti noi siamo superstiziosi. Dei riti scaramantici veri e propri non ci sono. Tuttavia esistono dei gesti che ogni musicista compie, come ad esempio quello di pulire la tastiera del pianoforte appena suonato da un’altra persona, oppure siamo soliti non tenere braccialetti, ma solo l’orologio. Inoltre io tengo sempre i capelli legati perché ritengo che con i capelli sciolti non riesca a suonare.”

Valerio Santopietro