La vulnerabilità di Internet

Internet è vulnerabile. Ma cosa si intende per “vulnerabile” e da cosa dipende la sua vulnerabilità?

La rete è aperta a tutti: chiunque può scrivere testi, condividere foto o video e creare pagine web accessibili a tutti.

Alla base, però, non c’è nessun controllo delle informazioni. Questo porta inesorabilmente al propagarsi di false notizie all’infinito, da un continente all’altro, senza che nessuno ne verifichi la fondatezza.

In più, ciò che si crea, vero o falso che sia, può essere facilmente rubato. Questo perché tutti i siti web sono esposti ad attacchi da parte di figure definite “i Pirati del 2000”: gli Hacker. Questi, per definizione informatica, sono esperti di sicurezza informatica in grado di introdursi in reti protette e, in generale, di acquisire tutte le informazioni del sistema in cui penetrano, per poi a volte utilizzarle o modificarle in base alle proprie esigenze.

Ecco appunto che si spiega l’aggettivo “vulnerabile” affiancato spesso al mondo della rete: attraverso vari passaggi gli hacker possono entrare velocemente nei nostri dati personali, rubare tutto e lasciarci con un foglio bianco sul desktop, oppure effettuare azioni assurde senza darci la possibilità di controllarle, limitarle o fermarle. Nessuna banca dati sembra essere immune, il pericolo che un virus o un bug (per definizione, un effetto non desiderato da chi scrive un programma) distrugga l’intera memoria di un computer è sempre presente.

Abbiamo sentito parlare negli ultimi anni di importanti siti web che hanno subito cyber-attacchi di questo tipo, dalla Casa Bianca al Vaticano. A questi avvenimenti, gli USA e i Papi che si sono susseguiti hanno risposto prontamente, fornendosi di esperti informatici che hanno elaborato complicatissimi programmi di protezione per i loro popolari siti web.

In conclusione, si può dire che Internet può essere considerato un ripostiglio di dati, un posto in cui divertirsi, un mezzo di comunicazione, un aiuto scolastico o lavorativo, ma non dobbiamo mai considerarlo impenetrabile perché la privacy sul web può essere facilmente violata con conseguenze anche gravi e difficili da mandar giù.

Giuseppe Cantarelli