ALTERNANZA SCUOLA LAVORO AL LICEO VOLTA

La classe IIID ha svolto il progetto di alternanza scuola-lavoro presso l’archivio di Stato di Reggio Calabria, situato in via Casalotto, per un totale di 80 ore.

L’Archivio di Stato, che ha ospitato la mia classe per circa tre settimane, venne istituito il 12 dicembre 1818, ma venne ufficialmente inaugurato nel 1852. In quell’anno, esso era situato in un’ala del Palazzo d’intendenza, che sorgeva nell’allora corso Borbonico, oggi corso Garibaldi. La funzione principale dell’archivio è quella di favorire la fruibilità dei documenti disponibili a chiunque. Proprio per questo, noi studenti dovremmo valorizzarlo perché, curiosi e svegli, abbiamo bisogno di ampliare le nostre conoscenze, scoprire chi c’era prima di noi, cosa è successo nella storia e di farlo con facilità. E quale miglior luogo se non l’archivio di stato? Il nostro lavoro all’interno dell’archivio è stato quello di digitalizzare i ruoli matricolari dei soldati che hanno partecipato alla prima guerra mondiale e riordinare i registri antichi, contenenti cause civili, penali, verbali di pignoramento e tanto altro. Potrebbe sembrare un lavoro noioso, poco adatto a noi giovani, un obbligo e parte del sistema scolastico ma, nel corso di queste settimane, ci siamo appassionati sempre di più, collaborando direttamente con i dipendenti dell’ufficio, sempre gentili e disponibili con noi, e siamo stati attratti dalla grande importanza che l’archivio di stato possiede, cioè quella di raccogliere secoli e secoli della nostra storia. Verba volant, scripta manent. Non neghiamo che ci siano stati anche dei momenti divertenti, siamo giovani e non accettiamo ancora di “lavorare” senza sosta. In conclusione, credo che l’alternanza scuola-lavoro sia utile a noi studenti per avvicinarci al mondo del lavoro e non solo per la formalità di ottenere dei meriti (o crediti) scolastici: abbiamo bisogno di crescere, gradualmente, e di apprendere facendo anche una rudimentale pratica e consideriamo questa esperienza utile per il nostro futuro.

 

Chiara Laurendi