COSA SIGNIFICA VERAMENTE INCIAMPARE?

Inciampare vuol dire mettere la zampa (la “ciampa”) in un ostacolo. Tuttavia, a volte inciampare può diventare un’esperienza molto complessa e piena di significati. E’ proprio questo il senso delle “pietre di inciampo”, un’opera ideata e realizzata dallo scultore tedesco Gunter Deming in tutta Europa: sanpietrini di ottone che fanno in modo che chi cammina, sorpreso dalla diversità del suolo, dia almeno un’occhiata o addirittura si fermi a pensare. Su queste pietre sono incisi nome, cognome, data di nascita, giorno dell’arresto e il luogo di morte dei deportati del nazifascismo. Ma, prima ancora del nome, ad attirare l’attenzione è la scritta iniziale: infatti, l’avverbio di luogo “qui”, seguito dal verbo all’imperfetto (abitava, lavorava…), costringe il passante, che magari è immerso in altri pensieri, ad osservare il palazzo che ha di fronte e per un attimo, a ricordare il dolore di chi all’ improvviso è stato strappato alla sua vita quotidiana e costretto a morire in luoghi tanto brutali. Inciampare su queste pietre mi ha fatto soffrire: a Tor Pignattara, fa impressione un gruppo di pietre che ricordano cinque lavoratori, uccisi alle Fosse Ardeatine nel marzo del 1944, dieci giorni dopo il loro arresto; sulla via Flaminia si leggono i nomi di una coppia di sposi (Leone e Anita), deportati ad Auschwitz ed assassinati subito dopo, nell’ottobre del 1943; infine, mi piace ricordare la pietra più vicina alla mia abitazione, posta a corso Trieste 85, sulla quale è impresso il nome di Vittorio Manasse, morto pochi mesi prima della liberazione. Il fascino di queste pietre è nell’essenzialità dell’opera: a volte per ricordare non servono grandi eventi, ma sono sufficienti delle semplici parole su dei semplici sanpietrini.

SILVIA TORTORA PRIMA A