XYLELLA FASTIDIOSA: forse un rimedio naturale

Si chiama “complesso del distaccamento rapido dell’olivo” la minaccia ecologica che suscita grande preoccupazione tra i coltivatori di ulivo in Puglia.
Prendendo spunto dal batterio che ne è la causa, la malattia che sta colpendo gli ulivi del Salento è stata chiamata “xylella fastidiosa”.
La morìa degli ulivi è iniziata, in sordina, intorno al 2013 nelle vicinanze di Gallipoli, in provincia di Lecce. All’inizio si pensava che fosse una malattia causata da un fungo; ma poi si è diffusa verso Nord, fino a Brindisi, per poi estendersi anche nella zona di Taranto.
La xylella ha “percorso” circa 120 Km in quattro anni, alla velocità quindi di 30 Km all’anno. Se non si dovessero trovare soluzioni, nel giro di sette anni l’intero territorio pugliese sarà interessato da questo grave problema.
Questa malattia causa inizialmente il disseccamento della chioma a zone, per poi estendersi via via a tutto l’albero dell’ulivo e terminare con la morte della pianta. Purtroppo gli ulivi più colpiti sono quelli secolari, che rappresentano un’ importante tradizione per la Puglia.
Il primo rimedio ritenuto risolutivo è stato quello dell’abbattimento degli ulivi malati nel 2015, ma poi lo stesso è stato bloccato dalla magistratura. Ad oggi gli abbattimenti degli alberi sono stati pochissimi, ma la malattia continua purtroppo a proliferare e la produzione di olio diminuisce sempre più, con grande preoccupazione degli agricoltori pugliesi.
Ultimamente, la notizia buona è legata alla scoperta di alcune varietà di ulivo resistenti alla malattia, come quella del Leccino e ancor più quella della Favolosa. Pertanto, la speranza è che quest’ultima varietà possa essere reimpiantata anche nelle zone infette, ma ad oggi c’è il veto da parte dell’Unione Europea.
A breve ci sarà una riunione presso l’UE: si dovrà decidere in merito. Sarebbe un gran risultato se si mettessero da parte veti e burocrazia e si permettesse che la “Favolosa” possa prendere spazio tra gli ulivi pugliesi.

GIULIA FORNELLI SECONDA A