Gli adolescenti e Internet tra connessione e ossessione

Lo scorso 7 febbraio è stato celebrato il Safer Internet Day, giornata di sensibilizzazione ai pericoli che la rete può nascondere. Ed è proprio alla vigilia di questa giornata che i dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza tracciano il quadro delle nuove patologie della Millenial generetion.
Infatti pare che per tre adolescenti su dieci il buongiorno si veda dai “like”, più ne hai più sei approvato, difatti l’autostima accresce insieme alla sicurezza personale. Viceversa commenti negativi o anche pochi like condizionano l’umore, tanto che il 34% ci rimane male e si arrabbia con se stesso. L’impatto che l’iperconessione può avere sugli adolescenti sottolinea l’urgenza di interventi mirati in ossequio allo spirito del Safer Internet Day. L’obbiettivo è quello di far riflettere i ragazzi sul ruolo attivo e responsabile che ognuno ha sulla rete.
Secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza il 98% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone già dall’età di 10 anni; gli adolescenti, quindi, sono sempre più connessi: 5 su 10 affermano di passare dalle 3 alle 6 ore extrascolastiche al telefonino, il 16% dalle 7 alle 10 ore, mentre il 10% supera le 10 ore. Inoltre il 63% lo utilizza anche nelle ore scolastiche; ciò fa sì che non siano abbastanza concentrati da seguire le lezioni. L’uso dello smartphone diminuisce nei preadolescenti, nei quali il 55% lo utilizza per non più di due ore.
Il tempo passato al telefono, la maggior parte degli adolescenti lo trascorre sui social network. Infatti solo il 5% degli adolescenti non possiede un profilo social; di solito la maggior parte di loro arriva a gestire in parallelo 5-6 profili e 2-3 app di messaggistica. Il fatto di avere più applicazioni social permette di avere profili sconosciuti ai genitori e di conseguenza di essere meno controllabili. La libertà online però favorisce azioni come il sexting, cyberbullismo e diffusione di materiale privato, in modo passivo e attivo. Uno dei dati più allarmanti è che il 14% degli adolescenti ha anche un profilo finto che nessuno conosce con cui possono anche “osare”, essendo in anonimato. Questo però favorisce il grooming, cioè l’adescamento di minori in rete, dato cresciuto in modo rilevante, rispetto all’anno scorso.
Con l’aumento popolare dei social, si è però prodotto un preoccupante calo dell’intimità. Infatti, pare che sia normale per il 50% degli adolescenti, condividere tutto ciò che fanno, comprese foto personali o private. Così facendo si sottopongono alla dura prova dei like, passando ore a sperare di vedere aumentare i propri “mi piace”. Tutto questo genera profonda invidia, inducendo alcuni a postare commenti aggressivi e violenti allo scopo di mettere in cattiva luce chi è socialmente apprezzato più di loro. Il 22% degli adolescenti posta intenzionalmente commenti negativi o segnala, addirittura, il profilo dei “nemici”. I like non solo aumentano le gelosie, ma influenzano anche i comportamenti: basti pensare che molte ragazze arrivano a mettersi a dieta per un selfie. Secondo i dati dell’Osservatorio, il 13% degli adolescenti ha seguito una dieta per piacersi di più nei selfie, mentre circa la metà ritoccherebbe anche il proprio corpo con la chirurgia estetica per essere più apprezzata. Oltre 5 adolescenti su 10 sono influenzate dalla visione di corpi magri e perfetti sui social, incrementando la voglia di essere come loro. Il 65%, infatti, si sente più sicura di sé quando è più magra. La dipendenza dall’approvazione social condiziona le ragazze a ricorrere a diete drastiche pur di sembrare più belle. Esistono addirittura siti, forum, blog e pagine su internet che danno consigli pericolosi per la salute al fine di dimagrire in modo esagerato, arrivando alla voluta e desiderata anoressia, solo per abbellire la propria pagina Instagram e procurarsi più follower.
Pericolose si rivelano anche le sfide a catena, o challenge, a cui si viene nominati per poi postare una foto o un video che dimostra di averla superata, chiamando altre persone a fare altrettanto; si diffondono così a macchia d’olio, infestando le reti web. Molte di esse provocano a fare cose dannose per la salute: la Thigh Gap (arco tra le gambe), Bikini Bridge (incavatura nel costume da bagno sulla pancia) e Belly Button ( far girare il braccio da dietro la schiena fino a toccarsi l’ombelico).
Mentre prima la sera gli adolescenti non vedevano l’ora di uscire, adesso va di moda passare la notte al telefono. Infatti, pare che 6 adolescenti su 10 dichiarino di aver fatto l’alba a chattare con un amico o sui social media. Ciò va ad influenzare negativamente le ore di sonno, con conseguenze nocive per l’organismo e sulla concentrazione; favoriscono inoltre l’insorgenza di stati ansiosi. L’uso eccessivo dello smartphone è evidente anche dalla tendenza ad averlo sempre a portata di mano, tanto che è stata rilevata una nuova fobia legata all’eccessiva paura che si scarichi il telefono o che non abbia campo, la Nomofobia (no-mobile-phone).
L’avvento dei social media ha influito anche sul desiderio più comune tra tutti i ragazzi, che risponde alla domanda “cosa vuoi fare da grande?” Mentre prima le risposte erano per la maggiore parte “astronauta” o “maestra”, adesso va di moda fare la “Fashion blogger”. Tre adolescenti su 10 vorrebbero essere come una fashion blogger per la popolarità ed il successo che ne deriva. Ascoltano i loro consigli sull’abbigliamento e il trucco. Il problema aumenta di gravità se consideriamo che il 23% delle ragazzine tra gli 11 e i 13 anni vuole intraprendere questo mestiere.
Alessia Priori 1B

Group of young students working on laptop computer in classroom