• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Fake news e manifesti choc. Continua così la lotta dei “no vax”

Fake news e manifesti choc. Continua così la lotta dei “no vax”

di Mattia Gabella

LEGA NORD E MOVIMENTO CINQUE STELLE CAVALCHERANNO L’ONDATA NO VAX ALLE ELEZIONI. I NUOVI DATI DEL MINISTERO DELLA SANITÁ INTANTO SPAVENTANO.

“Io sono uno dei bimbi morti per SIDS (morte in culla) post-vaccino esavalente occultati dai rapporti ufficiali”, è questa la scritta agghiacciante, corredata dalla foto parzialmente censurata di un neonato, che compare nei manifesti 6×3 affissi a Foggia da un gruppo “no-vax” locale. Intanto la polemica sull’obbligatorietà delle vaccinazioni, imposta dalla legge Lorenzin, si riaccende e infiamma le bocche dei politici, determinati ad accaparrarsi il 5/10% di consensi che la revocazione di questo obbligo, secondo alcuni sondaggisti, potrebbe portare.

Solo pochi giorni fa, infatti, Lega e Movimento 5 Stelle si erano trovati di nuovo in asse sulla questione dopo le dichiarazioni del leader del carroccio Matteo Salvini il quale, seguendo le orme di Di Maio, ha sostenuto che, a suo parere, “dieci vaccinazioni obbligatorie sono troppe” ed ha promesso che, nel caso diventasse premier, abbasserebbe questo obbligo a 4, nonostante il parere contrario della ministra Lorenzin, la quale ha bollato come “irresponsabili” e “farneticanti” le dichiarazioni degli altri due politici. Durissima anche la critica del dottor Burioni, immunologo del San Raffaele di Milano diventato noto sui social per le sferzanti critiche ai movimenti “free vax”, il quale ha ribadito come la politica debba tenersi alla larga da una questione così delicata come la salute dei bambini e come voci così note dovrebbero evitare di diffondere notizie false ed allarmistiche. Le critiche sono piovute anche da altri schieramenti politici, il presidente del Senato Pietro Grasso ha invitato gli italiani ad informarsi tramite la “via capillare ed efficace” dei pediatri per compiere una “scelta consapevole e responsabile”, mentre dall’interno della coalizione di centrodestra Brunetta fa sapere che “l’obbligo resterà”, contraddicendo di fatto l’alleato Salvini.

Sono proprio le cosiddette “fake news” o le notizie choc, come nel caso di Foggia, che stanno giocando un ruolo fondamentale nella diffusione delle teorie antivacciniste grazie soprattutto all’azione di amplificazione che ricevono sui social, dove soprattutto persone con un livello di istruzione più basso tendono a dare credito alle frasi “acchiappa click” di queste organizzazioni. Il fenomeno dell’antivaccinismo sembra però essere rientrato nei ranghi: nonostante l’8% degli italiani sia contrario a qualsiasi tipo di vaccinazione, l’88% dei nostri concittadini, circa il doppio rispetto al 2015, è a favore dell’obbligo di vaccinazione per essere ammessi alle scuole. A questi dati devono però essere affiancati quelli riguardanti le malattie infettive, ormai quasi interamente debellate, che lentamente tornano a diffondersi tra i più piccoli. Tra tutte la maglia nera è detenuta dal morbillo, il quale, nel 2017, ha fatto registrare un aumento del 600% dei casi con più di 4000 infetti e 4 decessi dovuti a complicazioni. Il 90% dei soggetti non era vaccinato e alla maggior parte dei restanti era stata somministrata una sola dose del vaccino delle due previste.

Un’altra importante conseguenza dell’abrogazione della legge Lorenzin sarebbe la scomparsa “dell’effetto gregge”: il principio secondo cui le persone immunodepresse, ovvero coloro che per motivi medici non possono essere vaccinati, sono protette dal fatto che nessuno è in grado di trasmettere loro batteri e virus pericolosi per la salute, in quanto debellati dalla massiccia somministrazione di vaccini. E’ proprio per salvaguardare queste persone, oltre che per ragioni di salute pubblica a livello generale, che la Federazione Italiana Medici Pediatri ha da poco rinnovato l’appello al buon senso indirizzato a politici ed elettori, sostenendo che la salute dei più piccoli non debba essere oggetto di dibattito politico ed invitando i leaders di alcuni importanti partiti italiani a desistere dal portare avanti una campagna elettorale così dura su un argomento così delicato.