La var (moviola in campo) rappresenta e rappresenterà sicuramente una svolta epocale per il mondo del calcio. Questo strumento è ancora in una fase di sperimentazione, infatti è utilizzato solo in alcuni campionati (in particolare la Serie A e la Bundesliga) ed è ancora lontano da quello che sono le sue potenzialità future.
La var può essere utilizzata solo in 4 casi:
- Segnatura di un gol
- Assegnazione di un calcio di rigore
- Espulsione diretta
- Errore d’identità (scambio di un giocatore da ammonire o da espellere con un altro).
Ci sono due arbitri specializzati addetti al sistema var: il VAR e l’AVAR che sono in costante comunicazione via radio con l’arbitro in campo.
Il funzionamento di tale procedura è formato da tre diverse fasi:
- il VAR e l’AVAR informano l’arbitro riguardo a una decisione da rivedere;
- il VAR e l’AVAR rivedono le immagini video, spiegando all’arbitro cosa è successo;
- l’arbitro, per decidere, potrà rivedere il video a bordo campo.
La decisione finale spetta all’arbitro.
L’aiuto del sistema VAR non può essere richiesto dalle panchine delle due squadre in campo, ma soltanto dallo stesso arbitro o dagli assistenti.
Il sistema var ha aperto un acceso dibattito tra chi è a favore e chi è contrario. Chi è a favore sostiene che debba essere utilizzato perché evita molti errori arbitrali. Chi è contro sostiene invece che debba essere rimosso perché crede nella bravura degli arbitri e ritiene che la var causi troppe perdite di tempo durante la partita.
Ecco un bilancio sull’utilizzo del var dopo le prime 7 giornate di serie A pubblicato da Laziochannel.it:
“il Var, in queste prime sette giornate di Serie A, è stato utilizzato ben 22 volte, 18 delle quali hanno visto una decisione relativa ad un rigore, un’espulsione o un gol riveduto e corretto. A far discutere però è la moviola, apparsa non proprio infallibile: in 5 occasioni vi è stato infatti un verdetto sbagliato, che ha penalizzato Juventus, Fiorentina e Roma”.