Stop alla violenza!

Ragazza madre di 20 anni uccisa dal compagno’.

Ecco, questi sono i titoli che leggiamo spesso nei giornali poiché ogni 60 ore in Italia avviene un caso di femminicidio. I dati sono terrificanti, ma ancora più terribile è il gesto. Un uomo che uccide una donna è innanzitutto instabile mentalmente ma soprattutto non può essere definito ‘UOMO’. Non è umano uccidere un’altra persona e nessun motivo può giustificare ciò che ha fatto. Una donna va protetta, amata, e valorizzata e non va mai picchiata, maltrattata o sottovalutata. Menti perverse vanno curate. Parlare ad amici o parenti, denunciare ai carabinieri è fondamentale per evitare che situazioni violente degenerano, perché chi vi picchia non vi ama e chi non vi ama non vi merita. La donna ha dovuto, dal passato ad oggi, lottare per avere gli stessi diritti degli uomini e oggi più che mai deve continuare a essere forte, coraggiosa e a lottare contro chi nega questi diritti come ad esempio la libertà di parola. Non bisogna tacere ma affermare la propria volontà. Nel mio paese, da poco, è avvenuto un caso di femminicidio che ha letteralmente stravolto l’intera popolazione. È assurdo, quasi irreale poiché sembra una cosa impossibile, ma quando succede nel tuo stesso paese inizi a pensare che, questi aspetti gravosi, non sono poi cosi lonta. Si sentono spesso notizie del genere ma quando ti toccano da vicino è diverso, l’impatto è diretto e devastante. La solidarietà ha unito il cuore di tutti. Basti pensare alle bellissime parole del Talmud ebraico: “State molto attenti a far piangere una donna perché Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un pò più in basso del braccio per essere protetta, dal lato del cuore per essere amata”.

Erika Ficara classe VA

Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere metti le mie scarpe… vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate… cadi la dove sono caduta io e soprattutto prova a rialzarti come ho fatto io!” (Così ricordiamo Laura)

Un momento condiviso e partecipato da tutta la comunità canicattinese per non dimenticare il sorriso di una ragazza giovanissima il cui sogno di percorrere la strada della vita con i suoi bambini, all’interno di una famiglia, è stato violentemente rubato per mano di chi diceva di amarla, come spesso accade nel triste e drammatico fenomeno del femminicidio.