Cyberbullismo: quando la rete diventa nemica dei giovani

Il cyberbullismo esiste ed incide fortemente sulla vita dei nativi digitali

Circa il 37% dei giovani tra gli 8 e i 17 anni, secondo le stime Microsoft, si ritiene vittima  di cyberbullismo. Questo fenomeno che si svolge sulla rete ha effetti molto gravi sulle sue vittime a partire dall’ansia, passando per la tendenza all’isolamento fino ad arrivare in casi estremi al suicidio.

La rete, ormai parte fondamentale dell’adolescenza, diventa veicolo anche di uno degli aspetti più oscuri di quest’età: il cyberbullismo. Con questo termine si fa riferimento a tutto quell’insieme di azioni di prevaricazione e sopruso messe in atto in modo continuo usando come mezzo gli strumenti della rete. Nonostante non sia un fenomeno prettamente giovanile, è proprio l’adolescente a subirne le conseguenze più gravi per le delicate dinamiche psicologiche di quest’età.  

Come ci si fa autori di cyberbullismo?

  • Inviando messaggi o mail volgari o minacciosi
  • Insultando o isolando il soggetto in chat o gruppi
  • Diffondendo foto e video umilianti o informazioni personali del soggetto
  • Appropriandosi dell’identità del soggetto screditandolo
  • Pubblicando contenuti per terminare un atto di bullismo iniziato nella vita reale

Quali sono gli effetti del cyberbullismo?

Vari sono gli effetti del cyberbullismo sull’individuo: partendo dalla “semplice” ansia passando poi a depressione, abbassamento dell’autostima, tendenza all’isolamento, episodi di autolesionismo arrivando al caso estremo del suicidio. Inoltre, tali effetti sono amplificati dal fatto che il cyberbullo agisce in un luogo, la rete, scollegato dallo spazio e dal tempo “reali” avendo così la possibilità di ripetere l’atto di bullismo in maniera illimitata. Aggiungendo poi che spesso queste azioni avvengono nel più totale anonimato è più difficile dare un volto al bullo che può sentirsi così più protetto e più incline a compiere determinate azioni

Essendo quindi quello del cyberbullismo un problema molto presente e in continua espansione, c’è bisogno che ci si impegni nel contenere questo fenomeno partendo dall’educazione dei ragazzi e dall’istituzione di norme o associazioni in aiuto degli adolescenti vittima. Ad esempio, nel 2015 con l’entrata in vigore della “Buona scuola” si individua il ruolo attivo della scuola nel fronteggiare questo ostacolo alla sana crescita dei giovani di oggi e di domani.

 

Generazioni 2.0

dalla Redazione