L’avventura nel mondo al contrario – Racconto

Ciao, sono Elettra, mi avrete sicuramente vista da qualche parte: alta, capelli castani, occhi marroni, vestita solitamente con jeans e maglietta…
Va beh, avete capito… Però ora non è il momento di perderci in chiacchiere perché ora vi devo raccontare una cosa, ma solo se giurate di non dirlo a nessuno.
Quindi bene, iniziamo!
Era la mattina di San Valentino, ero scesa di corsa dal letto perché volevo vedere se avevo ricevuto qualche bigliettino. Però quando aprii la cassetta della posta vidi che c’era un pacchetto e… una lettera. Pensando che fosse un bigliettino, mi affrettai ad aprirla e lessi:
“Cara Elettra, ho bisogno del tuo aiuto, sono Alessio il tuo compagno di classe. Ieri ho trovato uno strano ciondolo e ora sono finito in questo strano mondo dove tutto, tutto è al contrario, ma quando intendo tutto, intendo tutto. Ora ho bisogno che tu mi venga a salvare, basterà che tocchi il medaglione e…. verrai qui. Stai attenta, però, e tienilo ben stretto a te. Io sono riuscito a mandartelo per un soffio. Comunque, vieni qui, mi troverai nell’Anfiteatro al Contrario. Una volta che sarai arrivata, ti spiegherò tutto.”
Io corsi ad aprire il pacchetto, ma prima mi andai a preparare.
Quando arrivai in soffitta scartai il pacchetto e… toccai il medaglione e mi ritrovai nel mondo al contrario e per “contrario” intendo un mondo dove i buoni sono cattivi, gli alti sono bassi…
Comunque, senza fare troppo caso alle stranezze che avevo attorno, mi diressi verso Alessio che si trovava a pochi passi da me. Io gli chiesi cosa ci faceva lì e lui mi spiegò tutto.
La cosa che mi terrorizzava di più era il fatto che Alessio era stato rapito da un uomo incappucciato che si chiamava Rotcurtsid ovvero Distructor (al contrario).
Una volta che lo trovai decisi di spiarlo e al momento che era distratto gli tirai una bottiglia in testa e lui svenne. All’inizio pensavo fosse morto, poi mi ricordai che il cuore iniziava a battere quando si muore perché eravamo nel mondo al contrario…
Dopo quasi un’ora di cammino arrivai da Alessio e tornammo nel mondo reale e portammo Distructor in cella, però prima di tornare a casa levai a Distructor il cappuccio e vidi un uomo fatto così: alto, occhi color nocciola e una cicatrice sulla fronte a forma dello Jiang e dello Jing.
Dopo un po’ mi stancai e decisi di tornare a casa a festeggiare San Valentino con i miei amici e la mia famiglia.
Però non avevo capito ancora una cosa: perché avevano rapito proprio Alessio? Perché era stato tutto così facile? Perché non c’erano state conseguenze? Perché Reductor non si era neanche ribellato? Come aveva fatto Alessio a spedirmi la lettera?
E.C. – Classe VC Villani