Una scuola in volo – Racconto

Era una normalissima giornata d’estate quando ad un certo punto tutto iniziò a tremare… poco dopo si sentirono urla d’aiuto. Io intanto ero a scuola a finire di moltiplicare l’ultimo numero, quando la campanella iniziò a sibilare suoni lunghi e ripetuti: era il segnale del terremoto. La maestra, spaventata dalle scosse, ci ordinò di nasconderci sotto i banchi,  poi andammo tutti insieme in fila. La maestra fece l’appello, ci contò; eravamo tutti, quindi ci avvicinammo al portone per uscire, ma… eravamo sospesi! La scuola era in volo e si stava allontanando sempre di più dalle gradinate d’ingresso. A questo punto ci fu il caos totale: c’era chi urlava, chi piangeva, chi era divertito di fluttuare e c’era anche chi stava zitto. Le insegnanti, la vicepreside e la preside erano tutte preoccupatissime, e cercavano di spiegarsi il motivo di quel volo. Intanto la scuola continuava ad andare su e pian piano arrivammo fino fuori dal pianeta; in questo momento non c’era più caos, ma regnava la disperazione poiché dopo pochi secondi saremmo rimasti senz’aria. In tutto il mondo arrivò la notizia che una scuola stava fluttuando: le mamme erano disperate e qualcuno pregava per la salute del proprio figlio… insomma fu una vera tragedia!      
Non si sa come ma,  dopo poco tempo, piano piano la scuola iniziò a perdere quota e a scendere di nuovo verso la Terra. Ciò significava che stavamo per rientrare nell’atmosfera e quindi saremmo potuti diventare come un meteorite fuori controllo. Si doveva fare qualcosa in poco, anzi pochissimo tempo, ma cosa? Ad un tratto mi venne in mente quello che aveva spiegato la maestra durante la lezione di scienze. Aveva detto che quando l’aria entra nel paracadute si gonfia, permettendo alla persona di salvarsi… allora corsi in tutte le aule a raccogliere più tende che potevo. Con l’aiuto di Teresa, cioè la sarta di classe, tagliammo tutte le tende con le forbici del suo kit per cucire e le cucimmo tutte insieme. Legammo infine due spaghi al “paracadute” e salimmo sul tetto e… in pochissimi secondi questo si gonfò e cominciammo a rallentare. La scuola atterrò dolcemente come fosse  una foglia in autunno, tornando al solito posto. Quando uscimmo tutta la scuola ci ringraziò e i genitori  ci abbracciarono molto forte perché si erano preoccupati tanto, ma soprattutto per la gioia che eravamo salvi.
E.D. – Classe VC Villani