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Salmo: “Se state con Salvini strappate le mie maglie e bruciate i miei cd”

Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, rapper sardo di 34 anni, dice la sua in una lunga intervista con “Rolling Stone”, in occasione dell’uscita del suo ultimo album “Playlist”.

Il rapper, amato dai giovani e non, ben dieci volte disco di platino, ripercorre con “Rolling Stone” il suo difficile passato, dalla lotta contro la depressione a le notti passate in strada, fino ad arrivare al suo pensiero sull’attuale situazione politica.

Non puoi ascoltare hip-hop ed essere un razzista, le due cose sono incompatibili perché questa è black culture da sempre” afferma, “se dici ‘grande Salvini’ devi bruciare i miei cd o cambiare le tue idee”.

Il vicepremier non tarda a replicare e, come di consueto, sceglie Twitter per controbattere. Invita Salmo ad aprire la mente, sarcasticamente chiamandolo ‘fratello’, cercando di imitare lo slang rap: “ Mamma mia che tristezza, apri la mente, fratello!”

D’altronde non è la prima volta che il Ministro degli Interni si scontra con un rapper, si era già presentata una situazione simile con un altro collega di Salmo, Gemitaiz.

Il rapporto tra rap italiano e politica continua a diventare sempre più complesso. L’hip-hop italiano, nato come cultura di nicchia, legata ai centri sociali e ai movimenti delle posse, sembra ora aver perso quella voglia di far denuncia a una società mal funzionante, privilegiando il puro intrattenimento, l’introspezione e talvolta l’autocelebrazione.

Salmo dichiara di essere stufo di questo rap game, “Come puoi fare rap nel 2018 e non guardarti attorno?”, Gemitaiz sottolineava quanto fosse forte il legame rap-politica. Salvini gli aveva risposto che un artista dovrebbe preoccuparsi solo di fare canzoni, perché “la musica non ha nulla a che vedere con la politica.”

Le opinioni delle due controparti sembrano chiare: ora spetta a noi ascoltatori.

Il rapporto fra rap e politica non è così importante, oppure siamo noi che abbiamo perso l’interesse in quel legame?

di Cristina Marcut