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Negli anni quaranta, durante la seconda guerra mondiale, quasi tutta l’Europa era sotto l’occupazione del regime nazista del Terzo Reich. Oltre alla sconfitta degli alleati e all’espansione territoriale, Adolf Hitler mirava all’instaurazione nel mondo di un nuovo ordine fondato sulla gerarchia razziale, sull’egemonia ‘ariana’ e sull’annientamento degli ebrei.
Quest’ultimi furono privati della cittadinanza tedesca e fu vietato loro l’accesso alle cariche pubbliche e alle libere professioni. Oppressi, gli ebrei vennero esclusi anche dalla vita economica del paese e privati delle loro proprietà, per portare a compimento il processo detto di ‘arianizzazione’, così, il 30 gennaio del 1939, Hitler dichiarò l’annientamento della razza ebraica in Europa. Milioni di persone furono derubate e rinchiuse nei campi di concentramento dove subirono violenze di tutti i tipi, della fame e delle epidemie, e al termine, fucilati brutalmente o mandati a morte nelle camere a gas. Il 27 gennaio, ogni anno, commemoriamo le vittime dell’Olocausto, persone innocenti che hanno vissuto il peggio senza meritarlo, persone che sono state costrette a lasciare la propria famiglia. È difficile per me parlarne, poiché ho compreso e approfondito molto questo argomento grazie ai miei insegnanti e alla scrittrice Titti Marrone, quando ne sento trattare mi vengono i brividi poiché non oso immaginare tutto ciò che quelle persone hanno vissuto. Posso dire che per me sono eroi, tutti loro, perché hanno lottato per la vita; per la famiglia; hanno lottato con la speranza; hanno lottato perché credevano che ci fosse ancora del buono nel cuore umano. Li ricorderemo tutti, sempre, loro che non hanno vissuto come avrebbero dovuto, non come noi, loro che hanno combattuto da veri eroi non verranno mai dimenticati, mai.