Il fermento della birra artigianale

con oltre 1300 produttori l Italia sta diventando un punto di riferimento dell’eccellenza brassicola internazionale

In questi ultimi 30 anni la birra artigianale italiana ha conosciuto un vertiginoso incremento di produzione.

Ad oggi si contano circa 1400 attivitá produttive fra birrifici e brewpubs nella nostra penisola.

Ma cosa si intende per birra artigianale?

Si intende(secondo anche la nuova legge vigente)una produzione che non superi i 200000 hl annui e che non microfiltri nè pastorizzi i suoi prodotti lasciando intatte tutte le particolarità organolettiche.

Il consumo in Italia è in continua crescita ed il consumatore ha sempre più consapevolezza nel riconoscere un prodotto di qualitá.

Un numero sempre maggiore di giovani si lancia in attività imprenditoriali di questo tipo alimentando la cultura e il rilancio delle possibilità giovanili del nostro paese.

Andrej, 25 anni, nato a Roma è uno di questi giovani, con l’ambizione di entrare nel mercato.

Raccontaci come é nata la tua passione.

Ho iniziato a produrre birra in casa durante l’ultimo anno di liceo assieme ad alcuni amici per gioco. A quel tempo non sapevo nulla sulla birra. Dopo la prima “cotta”(termine che si usa per descrivere il processo di preparazione e cottura del mosto) mi sono accorto che era una cosa che mi appassionava molto. Sono corso sui libri e su tutto ciò che potevo reperire on-line sulla produzione di birra. Purtroppo (o per fortuna)qui in Italia la cultura brassicola non ha forti radici come quella del vino, per cui reperire libri di testo affidabili all inizio non é stato facile. In rete al tempo trovai tantissimi blog e forum dedicati ai cosiddetti “homebrewers” dove persone si scambiano pareri, opinioni e informazioni su tutto il mondo della produzione. Così ho iniziato a passare le ore a leggere, cosa che sicuramente al liceo non facevo.

Come ti sei avvicinato al mondo lavorativo?

Essendo l’Italia priva di cultura brassicola non c’è la possibilità di formare accademicamente un birraio,diversamente dal vino, per cui ho iniziato a imparare da autodidatta per poi finire a lavorare in un birrificio come assistent Brewer grazie ad un annuncio di un microbirrificio laziale.

Secondo te il mercato della birra artigianale in italia è in crescita?

Sicuramente si, anche se in maniera disomogenea. Questo perché in molti hanno cercato di cavalcare il momento del boom in cui centinaia di produttori si affacciavano al settore senza avere la necessaria competenza. Circolano troppe birre ”fetenti.”quelle che eccellono hanno grandi riconoscimenti dal pubblico e si riescono ad affermare anche all estero mentre le realtà poco professionali stanno lentamente chiudendo i battenti.

In che modo le birre italiane si posso affermare anche all’estero?

Il fatto che l’Italia non abbia una forte tradizione brassicola è una arma a doppio taglio: da una parte ciò comporta carenza di formazione professionale e difficoltà nell’educare il gusto del consumatore ormai assuefatto alla piattezza della birra industriale;

D’altra parte permette di essere molto liberi di creare e sperimentare, dall’utilizzo di materie prime del territorio a rivisitazioni delle tradizioni secolari. Un pubblico come può essere quello americano o inglese apprezza le realtà italiane proprio per questo motivo e anche per le loro grandi qualità riconosciute nell’enogastronomia.

Qualche previsione sul futuro della birra italiana?

Il numero dei birrifici calerá e continueranno a lavorare solo i piú meritevoli, ci sarà una selezione naturale e la qualitá aumenterá.

Come immagini il tuo futuro sul piano professionale?

Spero di poter aprire una mia attivitá dove potermi esprimprimere tramite la birra. Sinceramente non so se in Italia o in un’altra parte del mondo.

Arturo Sinigaglia