RECENSIONE FILM “MY NAME IS EMILY”

Regista: Simon Fitzmaurice

Attori: Evanna Lynch (Emily),George Webster (Amber)

Genere: Drammatico

Durata: 1h 42m

 

Emily è una ragazza  chiusa in se stessa e nei suoi ricordi a causa della morte della madre che ha dovuto subire quando era piccola.

Suo padre, stravagante scrittore, non riesce a rielaborare il lutto improvviso, cercando di giustificare in qualche modo l’accaduto impazzisce e lo rinchiudono in un manicomio.

Emily venne prese in adozione da diverse famiglie troppo perfette per lei e fu costretta a cambiare scuola e habitat perchè si potesse affezionare a qualcosa che non fossero le lettere che le mandava mensilmente il padre.

Un giorno incontra Amber, un giovane studente in cerca di felicità perennemente in contrasto con il padre.

I due decidono di andare a trovare il papà di Emily per verificare che stesse bene a causa della mancata presenza nell’ultimo periodo.

Il viaggio a bordo della Renault 4 gialla della nonna di Amber rappresenta il passaggio verso l’età adulta, che come una strada può essere difficile da percorrere, ma se ci fidiamo di qualcuno e troviamo sempre il lato positivo delle cose, riusciamo a smettere di sprofondare nei brutti ricordi ma aprirci alle nuove possibilità della vita.

L’acqua è un elemento ripetuto continuamente nella vita di Emily e simboleggia il legame tra lei e suo padre e il flusso dei suoi pensieri.

La colonna sonora è malinconica e triste per rispecchiare il continuo sentimento di smarrimento di Emily anche se la sceneggiatura è molto veloce e piena di flashback.

Le sensazioni che i personaggi provano nel film sono simili a quelli che ognuno di noi prova durante l’adolescenza; le scene sono molto toccanti perchè ti fanno sentire parte della scena e ti coinvolgono emotivamente.

Simon Fitzmaurice, il regista, ha centrato in pieno il messaggio che vuole trasmettere a tutte le persone che hanno subito un lutto o che stanno attraversando un momento della loro vita difficile: sorridere e saper apprezzare quello che si ha perchè finchè c’è speranza c’è vita.

 

Di Letizia Orsini

 

Questa recensione è tra le vincitrici del progetto “Un film nello zaino al Navile 2019”, realizzate dagli studenti delle scuole secondarie di 1° grado Panzini e Zappa di Bologna che partecipano all’edizione 2019 dello Youngabout International Film Festival.