Quando un treno in ritardo può salvarti la vita

L’ospite di questa intervista è mio nonno Fernando, che ha vissuto la seconda guerra mondiale da adolescente, ed ora ci racconterà episodi di un periodo che tutti speriamo non si ripresenti più.

-Ciao nonno, dove e quando sei nato?

Sono nato a Roma, il 15 Luglio del 1931

-Cosa facevi quando la guerra è arrivata a Roma?

Avevo 11 anni e lavoravo in una gelateria, quasi tutte le mattine suonavano le sirene di allarme bombardamento e noi correvamo a rifugiarci sotto le reti dei letti, aspettando il segnale di cessato pericolo

-Poi nel 1943 è arrivata l’occupazione tedesca, giusto? Cosa ha fatto la tua famiglia a quel punto?

Mio padre era prigioniero in Francia, quindi mia madre decise di portare me e i miei tre fratelli da mia nonna a San Cesareo, vicino Roma; arrivammo alla stazione di Frascati ma il treno era in ritardo di diverse ore, così ci incamminammo a piedi… fu questo che ci salvò la vita, perché, poco dopo, la stazione fu colpita dalle bombe

-Ma i tedeschi arrivarono anche a San Cesareo, e lì…

-…occuparono la casa di nonna e noi fummo costretti a spostarci nel casolare della vigna; ogni volta che tornavo a casa per prendere indumenti, i tedeschi mi mettevano a sbucciare le patate regalandomi qualcosa da mangiare; durante gli spostamenti, con un carretto trainato da un cavallo, non era raro assistere a duelli aerei nel cielo

-e così fu fino al 1945, quando, dopo la liberazione, tornaste a Roma

Sì, tornammo a Roma e trovammo gli americani, non c’era niente da mangiare e venni a sapere che alla stazione Termini c’era il raduno per la manodopera, andai lì e mi portarono alla Cecchignola, dove c’era da picconare blocchi di tufo. Appena presi il piccone in mano, mi cadde per terra, ero troppo gracile per quel lavoro; a quel punto mi chiesero se sapessi fare il tè, “certo” fu la mia risposta, e quella divenne la mia mansione. La sera nascondevo nel pallone di carta con cui giocavamo, il cibo che recuperavo per portarlo a casa

-Furono anni terribili ma alla fine tutto si risolse bene per la nostra famiglia?

Sì, papà tornò dalla prigionia e ci ricongiungemmo, per fortuna senza nessuna vittima.

-Nonno ti ringrazio per la tua preziosa testimonianza, che mi fa apprezzare di più la pace e la democrazia che abbiamo la fortuna di vivere.

 

Lorenzo Arsenti 3L