Il silenzio uccide la dignità

A volte l’amore rende ciechi e non si riesce a vedere il lato oscuro della persona che ci è vicino. All’inizio la relazione sembra perfetta, un sogno che si avvera, ma anche una piccola divergenza può scatenare l’Inferno. Quando si parla di questo argomento la nostra mente va subito ai fatti di cronaca che si leggono ormai quotidianamente sui giornali, mariti o fidanzati che da compagni di vita si trasformano in assassini. La violenza sulle donne è un tema molto discusso, soprattutto dall’Onu che cita: “è violenza sulle donne ogni atto di maltrattamento che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica sulla vittima, incluse le minacce o qualsiasi altro modo che privi la sua libertà”. Questo tipo di abusi sono una violazione dei Diritti Umani, l’uomo non dovrebbe mai pensare alla donna come un oggetto e maggiormente non deve credere di essere superiore ad essa solo perché è più forte.

Esistono vari tipi di violenza e i più conosciuti sono quella fisica, psicologica, economica, verbale e sessuale. La violenza fisica è quando l’uomo infligge danni alla donna, procurandole ferite evidenti o minacciandola, come nel caso della violenza verbale, che consiste nel terrorizzarla attraverso l’uso delle parole. I maggiori traumi sono quelli causati dalla violenza psicologica, in cui l’uomo, soltanto con uno sguardo, la convince di “non valere nulla”. Queste azioni portano a delle conseguenze molto gravi, ad esempio la complicazione della gravidanza: attraverso le ferite procurate dal partner alla vittima, il feto può subire vari danni, a partire da delle malformazioni fino ad arrivare all’aborto. Invece le violenze economiche e sessuali si collegano molto bene fra di loro dal momento che vengono quasi sempre riportate insieme, perché l’uomo abusa del corpo della donna per venderlo, e la costringe ad avere rapporti sessuali con altre persone solo per ricavarci dei soldi. A seguito di questi gesti, capita molto spesso di avere una gravidanza indesiderata oppure di riportare malattie a trasmissione sessuale come l’AIDS o l’HIV.

Le testimonianze sono molto importanti, perché rappresentano il momento in cui la persona che ha vissuto questo tipo di violenza condivide con il resto del mondo la propria esperienza. “Maria è una donna di 41 anni, e ha subito insieme a suo figlio 10 anni di violenza da parte del marito. Quando ha iniziato a picchiarla lei non voleva credere che fosse capace di farle veramente del male perché era ancora convinta che lo facesse solo per amore. Dopo due anni passati con il terrore, le minacce e i lividi, Maria si era decisa a confessare tutto ai suoi parenti per farsi aiutare ad uscire dalla situazione che si era creata, ma il marito la ricattò, e se lei avrebbe detto anche solo una parola alla sua famiglia lui se la sarebbe presa con suo figlio. Gli anni passavano e lei avrebbe preferito la morte al posto di continuare a subire abusi da parte del partner, l’unica cosa che le faceva venire la voglia di continuare a vivere era la speranza che lei e suo figlio un giorno ne sarebbero usciti vivi. Finalmente qualcosa cambiò, e forse per la voglia di vivere di nuovo in libertà o per l’amore che provava per il figlio che si sentiva in dovere di salvare, lo andò a denunciare alla polizia. Per fortuna un centro li accolse e li tenne al sicuro finché il marito non fu mandato in carcere.” Questa è una delle tante testimonianze riportate dalla Fondazione Pangea, che dal 2008 cerca di aiutare le donne e i loro figli che subiscono delle violenze. L’aspetto peggiore della violenza sulle donne non è tanto l’attimo della molestia ma i traumi che lasciano alla vittima, che poi non riuscirà a fidarsi più di nessuno, perché se anche una persona che amavi è riuscita a ferirti sia emotivamente che fisicamente, sarà difficile pensare che un partner futuro possa essere diverso.

Gaia Di Biasi