Mi immergo
perdutamente
tra le strade del tuo paese,
non perché io desideri vederti
e chiacchierare con te:
ahimè, mi distruggerei!
Ma perché lì rivivo
soave e maledetto
ogni attimo di noi,
così che il mio elegiaco ricordo di te,
l’inarrestabile fluire del tempo
non lo renda vacuo.
Così che tu sia
per me
un’eternità.Vago innamorata
alla ricerca di una rincuorante reminiscenza;
d’un tratto riconosco un luogo
dove per mano mi portasti:
chiudo gli occhi,
mi metto comoda
tra i miei scomodi pensieri!
E in silenzio riguardo la scena
e mi rammarico:
è ingiallita e imprecisa,
come un vecchio nastro,
che, improvvisamente,
non riesci più a guardare.
Riapro gli occhi
E riprendo a camminare taciturna
nel fervere del paese in festa,
finché non isolo le mie sensazioni,
finché null’altro percepisco
se non il riecheggiare bianco
delle tue parole accese rosso bordeaux!
Che imbarazzo al sol pensiero
di una tua lusinga
Mi sforzo di non sorridere come un’idiota
e continuo a camminare.
Mi sforzo di non sorridere come un’idiota
e continuo a camminare.
Cristina Licitra IVA Liceo Classico-Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)