Nike – Racconto

Era tanto che nessuno mi sfiorava in questo modo; percepisco il tuo tocco, delicato, ma allo stesso tempo deciso, che scorre sui miei zigomi, scende giù per la linea del collo, s’infiltra nelle clavicole leggermente sporgenti. Tu, sconosciuto, avanzi con timore, come se avessi paura di farmi del male. Vorrei incoraggiarti, dirti che era da troppi anni che agognavo ad un simile contatto, eppure la mia lingua rimane muta, prigioniera dei denti e io resto immobile, pregando che quest’attimo duri per sempre. Ho trascorso infinito tempo divorata dal desiderio di una semplice, anche solo accennata, carezza, ma le mie giornate si susseguivano una identica all’altra, prive di calore. Continuamente a scorrermi addosso erano soltanto gli sguardi freddi di loro; alcuni spendevano ore a fissarmi, pieni di ammirazione e meraviglia, ma mai che uno si fosse azzardato a tentare un passo verso di me. Solo i più piccoli si rivelavano coraggiosi e talvolta con esuberanza tendevano una minuscola mano rosa verso una delle mie ginocchia, per poi venir trascinati lontani e rimproverati; sconfitti e umiliati non si avvicinavano più. Così ho trascorso secoli ad essere osservata, osservandovi e chiedendomi il perché della vostra timidezza. È forse la mia alta statura, o il bianco delle mie carni? Ma adesso che lo scorrere delle lancette mi ha sfumato i contorni è giunto il momento tanto atteso. Senza sfiorarmi mi hanno portato lontano dal corridoio affrescato in cui mi donavo ai loro occhi, circondata da invalicabili cordoni di canapa dorati e mi hanno abbandonata nelle tue mani. Il tuo tocco è rumoroso sulla mia corazza di marmo, ma non percepisco alcun dolore, forse solo un lieve pizzicore, quando posi su di me il tuo scalpello.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze