Noia mortale – Racconto

Si alzò dal letto con i capelli tutti arruffati e con gli occhi e la mente ancora proiettati in un mondo che esiste solo in alcune ore del giorno e dove quando succede qualcosa di bello smette di esistere interrotto dal suono di una fastidiosa sveglia. Aprì l’armadio, tirò fuori la sua vestaglia e se la mise addosso, andò in cucina, versò il latte in un pentolino, lo appoggiò su un fornello e accese quest’ultimo. Sbuffò dalla noia, erano anni che non si annoiava così, prima c’era sempre qualcosa da fare, il suo lavoro prima era molto richiesto e gli affari andavano bene mentre ora erano in calo, ai giornali non parlavano d’altro, tutti concordavano sul calo di necessità di questo impiego, tutti tranne lui.
Era così preso dai suoi pensieri che si era dimenticato del latte sul fornello, e fu proprio questa sua dimenticanza a riportarlo nel mondo reale dato che il pentolino si era bruciato. Dopo aver ripulito i fornelli, accese la televisione e, guarda caso, si parlava proprio del suo lavoro: bella giornata pensò, iniziando a bere il suo latte bruciato che aveva un sapore piacevole rispetto ai titoli dei notiziari dei TG che, come già detto, parlavano di ciò che gli dava più fastidio.
Quando ebbe finito di bere il suo latte si alzò e andò a sedersi sulla poltrona del salotto cercando di fantasticare su qualcosa che lo estraniasse dal mondo reale, ma tutti i pensieri si focalizzavano sui titoli dei giornali, così decise di prendere un libro dal suo scaffale che si era riempito nel corso degli anni e che comprendeva titoli della sua giovinezza per passare ai più recenti, quei libri che si leggono solo se si ha il coraggio di affrontare delle letture così impegnative e noiose, libri del tipo “dibattito sulla politica odierna” o “l’economia: in progresso o in recesso?”
Decise di prenderne uno appartenente alla prima categoria: parlava dei due poli politici, destra e sinistra, a confronto; leggeva questi libri solo per riempire gli spazi vuoti delle sue giornate e per far finta di avere un qualcosa di simile ad un uomo d’affari da fare per passare il tempo, non certo perché fosse interessato alla politica… A pensarci bene, non aveva neanche mai votato in tutta la sua vita. “Il mondo non cambia con il voto in meno di una persona”, diceva sempre.
In realtà questa volta era veramente interessato o almeno faceva finta di esserlo per evitare di pensare un’altra volta la frase: “mi sto annoiando”; ma alla fine si arrese e lanciò il libro in mezzo alla stanza e, oltre a rovinarne la copertina, fece perdere anche il conteggio delle pagine a cui era arrivato – puta caso un giorno avesse voluto finire di leggerlo, anche se questo sarebbe accaduto con la stessa probabilità di un terno al lotto ovvero di una su 11.748, che potremmo quantificare in maniera approssimativa intorno a zero -.
Così decise di mettere un po’ di musica sul suo vecchio grammofono, prese un vecchio LP di Louis Jordan che, senza togliere nulla alla sua carriera, non lo emozionava come i Nirvana o i Deep Purple ma come prima valeva la regola “vintage è intelligenza” e per questo motivo si era riempito gli scaffali della camera con dischi degli anni 40 e 50. Ah, che bello quel ventennio! Allora il suo lavoro era molto richiesto in Europa e in Giappone, e i due giorni in cui ebbe molto da fare erano segnati sull’agenda a caratteri cubitali. Il 6 ed il 9 agosto 1945, tutti li ricordavano ancora oggi…
Finalmente la Morte si alzò dalla poltrona e si affacciò alla finestra. “Che palle,” pensò “sulla Terra stanno tutti così bene, non muore proprio più nessuno!”
Leonardo Fattori
Classe / Liceo Classico Galileo di Firenze