I cani fantasma – Racconto

Evan scese dalla macchina ansioso di vedere la sua nuova casa in Chianti. Era una bella casetta con le tegole di un rosso acceso e la porta era contornata da motivi floreali scolpiti nel legno. Evan strappò le chiavi di mano al babbo e cominciò a girarle nella serratura. Lasciò cadere lo zaino e salì le scale verso la sua nuova camera: la stanza era spaziosa, con molti armadi ed un letto morbido. Scese in giardino con il pallone sotto braccio. Suo fratello lo stava aspettando giù. Kevin era suo fratello maggiore. Quando Kevin lanciò il pallone, andò a finire in un bosco lì vicino. “Evan, vallo a riprendere” sbraitò suo fratello. Evan si incamminò attraverso il bosco bagnandosi i piedi dentro i fiumiciattoli. Eccolo là! Il pallone era incastrato in un cespuglio. Sentì delle foglie scricchiolare dietro di lui… O mio Dio! Davanti a lui c’era una bellissima ragazza vestita con una maglietta rosa e un paio di jeans blu strappati.
“S-S- scappa…!” gli disse lei.
” C-cosa?” urlò Evan.
“Ho detto scappa!” urlò la bambina. Lei prese per il braccio Evan e cominciò a correre . Dietro di loro apparvero dei cani neri dai lunghi canini impiastricciati di sangue ancora non secco.
”Chi sei ?” le chiese Evan.
“Mi chiamo Andrea e abito qui vicino” rispose la ragazza ansimante. Arrivarono a casa di Evan ed entrarono battendosi alle spalle la porta. Corsero verso la camera di Evan invasa da scatoloni, si affacciarono alla finestra e videro due cani sbraitare e abbaiare. Andarono dal babbo Mark e con il poco fiato che gli restava gli urlarono: “Babb,o vai alla finestra!”
E il babbo sbuffò: “C’è Evan che vuole farmi uno scherzo?”
Andrea si presentò a Evan ed ai suoi genitori e raccontò loro che aveva perso i suoi genitori. Evan la fece restare lì finche non ritrovava i genitori.
“Evan… Andrea… è ora di cena!” disse dolcemente la mamma. I due scesero con le palline e la carta ancora in mano. Posati i giocattoli, la madre esclamò: ”Budella di vitello fritte e un cavolfiore lesso”. Fecero un’abbondante cena e sazi andarono tutti nella propria camera. Evan non riusciva a dormire…
”Aiuto, aiuto, aiuto!” sentì Evan dal salotto dove dormiva Andrea. Evan scostò le coperte, si infilò le pantofole e a due a due scese gli scalini, dirigendosi verso il salotto. Ecco Andrea in piedi sul divano che stava cercando di domare i cani fantasma che erano entrati, non si sa come, in casa. Evan dovette rompere la lampada della nonna per scacciarli via. Era la lampada più bella che aveva. Il giorno dopo scivolavano dallo scivolo contenti, ma si destarono dai loro pensieri quando sentirono ringhiare qualcosa da sotto lo scivolo: era un cucciolo di cane fantasma! Il cucciolo cominciò a rincorrerli verso la casa addobbata con delle palline di Natale. Evan raccolse una pallina verde caduta dal portone e la lanciò al cane… Il cane masticò la pallina e cominciò a correre più veloce. A Evan batté forte il cuore, il cucciolo stava per acchiappare Andrea ma lui sferrò un calcio e il cucciolo scappò. Andrea e Evan si dettero il cinque, poi guardarono con occhiata di sfida il nemico in ritirata. Il giorno dopo i cani si tramutarono in piccoli barboncini e fecero finta di essersi persi. Raschiarono alla porta e la mamma di Evan andò ad aprire.
”Che bellini questi barboncini. Forse si sono persi” disse. Evan corse alla porta e ne prese in collo uno e anche Andrea. Il Natale era vicino e Kevin voleva fare uno scherzo a Evan e Andrea. Evan e Andrea erano a giocare con gli aeroplanini, ad un certo punto la mamma li chiamò dicendo loro che c’erano panettone e cavallucci per colazione. Scesero gli scalini e si fiondarono in cucina ma videro i barboncini sbarrare loro la strada. Cominciarono a trasformarsi di nuovo e a rincorrerli per tutta la casa. I trenta cani più veloci li stavano per raggiungere, Evan e Andrea si chiusero nelle tre mansarde della casa chiudendo con il chiavistello. Sentirono rumori sinistri provenire dalla finestra… si avvicinarono… la scrutarono….
”Buuuu!” urlò suo fratello Kevin sotto la finestra.
“Stupido, ci hai fatto prendere un infarto!” gridò Andrea che ancora doveva riprendersi. Evan disse al fratello che la casa era infestata da cani fantasma, Kevin non ci credette e cominciò a prendere in giro Evan. Kevin chiese perché si fossero nascosti lì e loro gli raccontarono cosa era successo; Kevin rientrò in casa. Nel frattempo i cani aprirono la botola e, ringhiando e ghignando, presero per le gambe Evan e Andrea.
”Vuoi che li seguiamo?” chiese Andrea. Evan e Andrea li seguirono nel bosco, arrivarono ad una casa diroccata.
“Questa è la casa di mio padre e mia madre” esclamò Andrea. I cani entrarono , e loro due lì seguirono. C’erano lampade per terra , il divano era capovolto, davanti a loro c’erano i genitori di Andrea mezzi morti attorno ad un lago di sangue.
“Li abbiamo aggrediti noi” dissero i cani.
“Come, parlate?” disse Andrea. I cani raccontarono la loro storia e perché stavano cercando umani . Tanto tempo fa nelle due case dove abitano Evan e Andrea vivevano due famiglie ricche che nella vita facevano gli accalappiacani. I cani abitavano lì vicino: un giorno le famiglie riuscirono a catturare questi cani e ad ucciderli. I cani poi risorsero e vanno in giro a uccidere umani per vendetta. I genitori di Andrea tossirono. Andrea si avvicinò ai genitori e la mamma gli sussurrò nell’orecchio di cantare la poesia che gli cantava sempre. I cani si avvicinarono ai due e Andrea cominciò:- “OCCHI DI BRACE, DENTI DI SANGUE, SOGNI BRUTTI ROTEANO NEL MIO CERVELLO, QUANDO APRO GLI OCCHI IL SOGNO SVANISCE NELL’ARIA, ALLORA RICHIUDO GLI OCCHI PERCHÉ SO CHE NON FARÁ PIÙ RITORNO”. I cani cominciarono a svanire e Evan chiamò i soccorsi per i genitori di Andrea. Andrea si avvicinò a Evan e lo baciò… e fu un lungo bacio.
D.B. / Classe V B – Scuola primaria Vittorino da Feltre di Firenze