Viaggio nel videogioco – Racconto

Un giorno quando sono uscito da scuola, sono tornato a casa; mamma, papà,e la mia sorella mi stavano aspettando. Quando sono arrivato in casa non c’era il minimo rumore e appena entrato in salotto sono sbucati tutti fuori e mi hanno urlato: “Sorpresa!” Papà mi ha teso la mano e mi ha mostrato un nuovo videogioco. Io, senza neanche aver tolto le scarpe e aver ringraziato, sono andato subito a provarlo. Ho acceso la console e ho avviato il gioco. Avevo molta fame perché non avevo ancora fatto merenda, ma non mi importava: volevo giocare a tutti i costi con il videogioco. Purtroppo il gioco non partiva, compariva infatti la scritta “il cd non funziona”. Provai a ravviare la console ma comparve la scritta: “pulire il cd con un panno morbido”. Io tolsi il cd dalla console e lo pulii con uno scottex, però guardando più attentamente vidi che il cd non sembrava affatto graffiato. Poi ho pensato che la console fosse polverosa e allora soffiai forte su di essa e rimisi il disco. Finalmente il gioco si avviò. Pigiai il tasto “gioca”: creai un nuovo mondo! Tutto stava procedendo al meglio. Il caricamento era stato completato. Entrai nel mondo virtuale. Presi l’identità di un personaggio misterioso, ma all’improvviso mi ritrovai in una prateria immensa, vidi alberi, colline, campi pieni di girasoli e fiori. Nell’inventario vidi una spada, un’ascia e un piccone in rame. Visto che c’erano degli alberi li abbattei e andai nella schermata “creazioni” e creai un banco da lavoro. Lo posizionai e mi creai un’ascia e una spada di legno. Andai a cercare altro materiale. Trovai piombo, tungsteno, ferro e argento. La notte mi creai una casa in legno, appena in tempo perché vidi degli zombies che fortunatamente non riuscirono ad entrare. Poi c’erano degli occhi volanti, andai ad affrontarli e così mi guadagnai delle lenti, sconfissi altre lenti, ne presi sei. Quindi andai a creare un mostro che doveva essere un occhio gigante. Sentivo che l’aria si raffreddava sempre di più intorno e pian piano iniziava a venire della nebbia. Percepivo che qualcuno mi stava osservando, infatti vidi arrivare un occhio gigante seguito da centinaia di occhi più piccoli; la battaglia durò molto ma li sconfissi. Il mattino seguente andai a visitare il mondo e vidi una zona con dell’erba viola. Io mi spaventai tanto, c’erano voragini profondissime. In lontananza però c’era una casa fatta in pietra e io andai a controllare. Per raggiungerla dovevo saltare le voragini, alla fine arrivai a quella piccola casetta. Bussai alla porta, un vecchio signore mi disse di entrare, io gli feci delle domande sull’erba di questa zona ma lui non seppe rispondere. Gli feci domande sulle voragini ma lui non sapeva cosa ci fosse là in profondità. Allora io andai via da casa e provai a scendere in una voragine aggrappandomi alle rocce e dopo un quarto d’ora scesi laggiù e vidi delle sfere che fluttuavano in aria. Io provai a romperne una con un piccone e nello stesso momento in cui ruppi la sfera sentii un brivido che mi attraversava la spina dorsale. Ne ruppi un’altra e sentii delle urla che rimbombavano in queste strane gallerie. Ruppi l’ultima sfera e sentii urla ancora più forti. Sentivo tremare tutta la terra e le rocce frantumarsi e dopo vidi spuntare un verme gigante. Sentivo che le urla diventavano sempre più forti e sentivo le rocce che si staccavano e questa volta divento più difficile sconfiggerlo, però alla fine ce la feci. Scalai di nuovo le rocce e tornai sopra e il vecchio signore per ricompensa mi diede un’armatura di ferro, io lo ringraziai, poi tornai a casa. Il mattino dopo andai a scavare sotto terra in cerca di minerali e dopo un po’ che scavavo vidi un enorme alveare. Andai a controllare e provai a romperne un pezzo e da là uscirono tante piccole api che tentavano di pungermi, io riuscii ad entrare dentro comunque. Appena entrato dentro l’alveare vidi un lago di miele e in alto vidi delle piccole uova d’ape. Per sbaglio ne ruppi una e vidi uscire un’ape enorme, che sconfissi con molta fatica. Uscito dall’alveare vidi una galleria sulla destra. Io la presi e proseguii avanti, ad un certo punto c’era un muro di mattoni e quindi non potevo più proseguire avanti, allora salii su e trovai una specie di castello. All’entrata c’erano vasi, scaffali pieni di libri, un divano, dei letti pieni di stracci. Più avanti c’era un sotterraneo e io provai ad andarci e vidi dei mattoni con incastonati dei teschi. Sembrava un luogo infestato. Da sopra la mia testa spuntarono dei tubi pieni d’acqua e delle gocce che mi cadevano addosso. Andai più in profondità e scorsi delle spine attaccate ai muri. C’era una porta la attraversai e… una serie di gallerie a destra, a sinistra, in su e in giù. Io scelsi la strada a destra. Trovai di tutto: tavoli, sedie, vasi e lampade e dopo scelsi la strada in fondo e trovai una galleria tutta bruciata. Provai a toccare un mattone, era incandescente, andai più in fondo e i mattoni erano distrutti. Quindi provai a scendere ancora, trovai delle rovine tutte bruciate e una cassa con dentro una bambola con una descrizione che diceva: “Evoca il boss finale”. La agitai ma non succedeva nulla, la bambola mi scivolò di mano e evocai un diavolo che alla fine sconfissi. Fu così che tornai alla vita reale. Pensavo di rompere quel cd, così non poteva più far male a nessuno, decisi di mettere nella custodia il cd e di non giocare più a quel gioco.
O.L. / Classe VC – Scuola primaria Villani di Firenze