Eliminare la plastica non salverà il pianeta

Secondo gli esperti è solo una parte del problema

 

Inquina laghi, oceani e fiumi, gli animali la mangiano a quintali e la conseguenza è la morte di balene e pesci. Si stima che, a questo ritmo di produzione,  in pochi anni ci sarà più plastica che animali marini negli oceani.

L’eliminazione di questo derivato de petrolio sembrerebbe apportare quindi solo benefici ma può davvero valere a salvare l’ambiente e quindi tutti noi?

Alla Summer school dell’agenzia Dire-Diregiovani i ragazzi napoletani hanno intervistato l’educatrice ambientale Ilaria Cammarrata del WWF Napoli e la dottoressa forestale Stefania Cozzolino
Dopo una lezione di montaggio video con il giornalista e reporter Marco Sales, i ragazzi hanno incontrato la seconda ospite, Ilaria Cammarata, educatrice ambientale WWF Napoli.
Ilaria ha analizzato molti punti di discussione insieme ai ragazzi riguardanti l’ecosostenibilità e l’ambiente in maniera più generale.
“In realtà l’ecosostenibilità è un valore che si acquisisce col tempo, non un concetto procedurale basato sull’imposizione come ci appare al giorno d’oggi” ha dichiarato l’esperta.
Chiariamo il concetto di eco sostenibilità: ‘Sostenibile’ significa garantire alle nuove generazioni almeno le stesse quantità di risorse che abbiamo avuto a disposizione.
Cammarata ha invitato gli studenti napoletani a pensare in maniera sostenibile, cercando di sensibilizzarli sulle conseguenze delle loro abitudini.

I ragazzi dal canto loro hanno avuto modo di raccontare un’esperienza vissuta pochi giorni prima, quando si sono recati personalmente sul lungomare per controllare che l’ordinanza “Plastic free” fosse rispettata. In realtà, l’ospite ha spiegato loro la parziale efficacia di questo intervento normativo “La plastica sarà sostituita dall’amido di mais’’ – ha dichiarato- ‘’Si arriverà alla deforestazione’’. Attraverso un ragionamento collettivo siamo giunti alla conclusione che l’uomo prima o poi esaurirà tutte le risorse disponibili. Risolvendo il problema della plastica se ne creerebbe un altro : un uso smodato dei campi per la coltivazione di mais.
Dunque l’unica soluzione sarebbe un’ordinanza “usa e getta free”. Più bicchieri di vetro, più materiali utilizzabili a lungo termine, come pannolini lavabili o cannucce in metallo.
Ma non è questo l’unico problema: il climate change, gli sprechi alimentari e la mancanza d’acqua nei paesi più poveri. Il discorso di Ilaria è dunque molto più ampio di quello che si potrebbe pensare. La plastica è uno dei materiali sintetici più difficili da smaltire perché non riciclata correttamente o bruciata, di conseguenza la maggior parte di plastica prodotta finisce in mare provocando l’ 80% dell’inquinamento marino.
Grazie ad una ricerca condotta nel 2015, effettuata da alcuni scienziati britannici e australiani, circa il 90% di animali marini contiene plastica nelle viscere provocandone la morte. Ad esempio solo pochi mesi fa, nei pressi di Davao City nelle Filippine è stata ritrovata morta una balena di Cuvier che ha ingerito circa 40 kg di plastica.
“Dobbiamo capovolgere i termini del problema- ha sottolineato l’esperta Ilaria Cammarata- non dobbiamo pensare al rispetto dell’ambiente per rispettare gli altri ma rispettare l’ambiente e basta”
Il pianeta non ha più tempo, il riscaldamento globale, la scarsità d’acqua, gli animali che soffrono è un fenomeno esponenziale. Un’informazione piena e costante grazie all’impegno dei giornalisti è assolutamente necessaria.
Veronica Caturano, Tina Torre, Ludovica La Rocca, Matteo Virnicchi.