Se mi lasci ti cancello : ghosting e orbiting

È risaputo che i social network abbiano come funzione principale quella di creare un ritrovo sociale tra individui in una sfera virtuale.

Attraverso i post e gli aggiornamenti istantanei delle stories su Instagram o Snapchat, tutto il mondo comunica costantemente cosa si sta pensando o facendo in un determinato momento.

Nonostante le diverse insidie della rete, sono tanti i benefici apportati dai social: comunicare istantaneamente con amici e famiglia, conoscere nuove persone, condividere momenti belli (e brutti) …

Tra i tanti cambiamenti rispetto al passato, però, i social hanno influenzato qualcosa che già esisteva: il fatto di scomparire all’improvviso senza dire nulla e quello di continuare a gravitare intorno alla vita dell’altro pur avendolo rifiutato.

Il ghosting

Da un sondaggio emanato dal sito di meeting Plenty of Fish emerge che su un campione di 800 utenti tra i 18 e 33 anni, l’80% ha subito un’esperienza di ghosting.

Ulteriori ricerche – riportate su Thevision – affermano, inoltre, che il ghosting è l’esito di stili di attaccamento disfunzionali generati da relazioni affettive erronee.

Tale comportamento si riflette anche nelle relazioni amicali e si percepisce con il classico “ha visualizzato e non ha risposto” e risulta essere sbagliato perché non permette un confronto tra due amici o partner.

L’orbiting

L’orbiting risulta essere l’evoluzione del ghosting e sta a significare quel comportamento di ruotare attorno alla vita della propria vittima di ghosting. Quante volte abbiamo sentito o abbiamo detto: “non sa che vedo ancora le sue stories di Instagram!”?

Dal punto di vista comportamentale, questa attitudine indica l’impossibilità di rompere totalmente una relazione per la paura di non poter più ritornare indietro.

 

Nella convinzione che reale è anche virtuale è importante non attuare questi comportamenti non solo nelle relazioni amoroso, ma anche in quelle amicali. 

di Paolo Ferrara