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I mezzi cambiano, il fascino resta: il giornalismo secondo Gaetano Perricone

Catania, 15 luglio 2019. “Io non credo che siano gli adulti a dover insegnare qualcosa ai giovani,
bensì i grandi a dover attingere dai ragazzi” – afferma Gaetano Perricone durante l’incontro di
questa mattina con i corsisti della #DGSummerSchool di Catania, al Liceo Statale “Galileo Galilei”.
La quinta e ultima tappa della Summer School della Dire, che per la prima volta approda in Sicilia,
pone l’attenzione sugli effetti che l’avvento del web ha avuto sul mondo del giornalismo.
Il giornalista palermitano, la cui carriera inizia quarant’anni fa, spiega come le innovazioni
tecnologiche non abbiano intaccato il valore intrinseco del mondo giornalistico. Il giornalismo era ed
è capacità di raccontare, libertà di informare e di essere informati. E il giornalista ha una funzione
sociale: rappresenta il punto di connessione tra la notizia e i cittadini.
Il passaggio dalla stampa al digitale, dalla “Olivetti 35” al computer ha reso la comunicazione
veloce e l’informazione accessibile. È cambiato il modo di approcciarsi al mestiere dello scrivere,
ma i principi fondamentali del giornalismo sono rimasti immutati: titolo accattivante, attacco
completo, fonti attendibili e analisi dei diversi punti di vista.
Il giornalista ha poi ripercorso i momenti più salienti della sua carriera, destando l’interesse dei
ragazzi, i quali lo hanno intervistato.
Cosa l’ha spinta a voler intraprendere la carriera di giornalista?
L’amore per la scrittura che da sempre risiede in me e il fascino infinito che questo mestiere suscita
nelle giovani generazioni, compresa la vostra.
Che ambito di studi ha intrapreso per arrivare fino a questo punto?
Domanda interessante. Da quando ho iniziato a fare questo lavoro fino a poco tempo fa non era
necessaria la laurea; sono diventato, quindi, giornalista professionista senza quest’ultima. A 51 anni,
però, ne ho presa una in Comunicazione e Relazioni Pubbliche, semplicemente per il piacere di
farlo.
Che cos’è per lei la verità, concetto fondamentale del giornalismo?
Domanda parecchio difficile, ma altrettanto stimolante. Noi giornalisti siamo convinti di raccontare
la verità, ma non è detto che ciò che riveliamo lo sia. Questa, a mio parere, è la risposta più
intellettualmente onesta: un giornalista che dice di averla raccontata è un giornalista estremamente
presuntuoso. Io non riporto quello che penso, bensì quello che i fatti mi fanno ipotizzare; ed è giusto
così. Oggi – anche a causa del web – è possibile andare incontro ad una miriade di verità diverse,
bisogna essere, pertanto, capaci di barcamenare e verificare al meglio le fonti da cui arriva la
notizia.

Ardu Erica, Nicosia Giuditta, Ribaudo Martina