Le abitudini familiari negli anni ’50

Intervista a mia nonna sulla sua infanzia

Di Alessandra Raschillà

Quali erano i tuoi giochi da bambina?

Giocavo all’aperto in quanto non c’erano giocattoli o la televisione, pertanto mi divertivo giocando a nascondino o utilizzando sassi e fiori, passeggiando per le campagne o correndo nei prati e anche, accendendo dei falò cantando intorno al fuoco”.

L’alimentazione era la stessa di oggi?

Ovviamente no: non c’erano prodotti industriali o supermercati; di conseguenza i miei genitori cucinavano solo i prodotti dell’orto, facendo il pane in casa e mangiando la carne solo una volta a settimana o durante le feste e ovviamente, solo animali da allevamento, come conigli e galline. Inoltre il pasto era unico: mangiavamo solo nel tardo pomeriggio, non appena i miei genitori ritornavano dalla campagna dove si recavano sin dalle prime luci dell’alba lavorando nei campi, tutto il giorno”.

Circolavate con mezzi di locomozione?

Assolutamente no: i miei genitori andavano al lavoro spostandosi con il carro trainato dall’asino o dal cavallo mentre noi ragazzi ci spostavano solo a piedi; solo i più facoltosi, avevano la fortuna di possedere una bicicletta”.

Avevate la possibilità di fare delle vacanze?

Certo che no anche se i ragazzi in età scolare avevano la possibilità di passare un mese in estate presso località marine, in colonie estive gestite da enti laici nell’interesse delle famiglie meno agiate”.

Avevate i riscaldamenti in casa?

Non c’erano elettrodomestici ed impianti di condizionamento ma eravamo provvisti di un camino nella cucina che utilizzavamo per cucinare e per riscaldare l’acqua utilizzata per lavarci; mentre nelle altre stanze, si sopperiva al freddo, grazie all’utilizzo di bracieri alimentati da carbone che non era certo l’ideale per la nostra salute a causa dell’emanazione di gas nocivi”.

E per servizi igienici?

Non esistevano né i bagni né le fognature; pertanto si utilizzavano dei vasi per le deiezioni e il giorno seguente passava per le vie, un mezzo autocarrato che era autorizzato al carico dei liquami e degli altri rifiuti”.

Eravate felici ugualmente?

Ci si accontentava di poco perché non c’erano grandi possibilità economiche soprattutto per chi abitava in zone rurali del sud come la mia famiglia; ma di certo eravamo orgogliosi del nostro stato e pieni di dignità, portando sempre rispetto del prossimo e aiutandoci l’un l’altro nel momento del bisogno”.