La fotografia, frammento di storia e di emozioni.

Oggi mi sta a cuore parlare di uno strumento che suscita tante emozioni ed è abbastanza importante per me: la fotografia. Tutti noi osservando una foto vediamo e sentiamo qualcosa in più dentro di noi e proprio per questo motivo possiamo affermare che la fotografia ha il potere di raccontare.

Mi piacerebbe condividere quella che è la mia doppia visione su di essa: ciò che è, ciò che sembra e l’importanza che ha ed ha avuto per la collettività, ma anche all’interno della mia sfera privata.

Iniziare a parlare della fotografia e dell’importanza che ha rivestito negli ultimi decenni, mi sembra il miglior modo per presentarla. Io personalmente penso che ci sia una foto che rappresenta in particolare il senso del nostro tempo: la foto del buco nero.

Questa è stata scattata recentemente e per me è la rappresentazione dell’evoluzione della scienza, del progresso; è un documento che racconta le capacità umane, la voglia di scoprire, di andare oltre i limiti che il “semplice” occhio umano ci impone.

In questo momento la mia mente può essere paragonata a una piccola galleria fotografica, all’interno della quale ci sono un centinaio di foto che ritraggono il nostro Universo. Fin da piccola mi hanno sempre affascinato tutte le foto del nostro Spazio: nebulose, stelle, galassie, pianeti… mi fanno capire quanto piccoli siamo e quanto sono grandi e belle le meraviglie del nostro cosmo. Il guardare la luminosità, i colori, le forme di tutte queste meraviglie danno il potere alla fotografia di essere testimonianza di queste bellezze, ma non solo, hanno il potere di farci immaginare, sognare, fantasticare e farci sentire bene. A me, in modo particolare, la visione di queste foto suscita un senso di leggera e perfetta grandezza.

Tante volte ho provato a fotografare la nostra amata Luna e ogni volta ho la certezza che questa sia bellissima anche solo attraverso un “semplice” obiettivo fotografico. A questo punto a tutti noi sorge spontanea la voglia di avere una risposta alla domanda: “Chissà l’emozione che hanno provato coloro che hanno visto e fotografato il buco nero.”

Mi piace definire le foto come dei frammenti di storia, di racconti, di emozioni e sentimenti che tutti insieme formano una tela, che finisce per essere una carta semilucida leggermente rigida. Continuando a parlare dell’importanza che la fotografia ha rivestito nella storia, mi preme parlare di quelle foto che ritraggono le Torri Gemelle. Quest’ultime erano simbolo della grandezza dell’uomo, delle sue capacità ingegneristiche e la loro distruzione sarà sempre ricordata con dolore. Le foto che le ritraggono suscitano tante emozioni: partendo dall’angoscia per il terrore che hanno provato migliaia di uomini in quell’infinito attimo di terrore; paura perché non abbiamo la certezza che ciò non possa riaccadere; malessere perché tante persone hanno perso la vita; ma soprattutto stupore per l’orribile gesto che un uomo può fare nei confronti dei suoi simili.

Queste fotografie sono uno strumento che serve per ricordare e per non far dimenticare ciò che è successo, ma possono essere anche armi pacifiche con lo scopo di fare vedere agli uomini il dolore assordante che si può causare, con l’obiettivo di evitare che ciò possa ripetersi.

Altre foto che sono testimonianza della crudeltà dell’uomo e che raccontano non una storia, ma ben infinite di queste, sono le fotografie scattate durante la Shoah. Queste ritraggono uomini, donne e bambini ridotti in condizioni disumane e possono essere definite, secondo il mio parere, come le foto più dolorose della storia recente dell’umanità. In esse c’è il dolore e il terrore raccontato dall’espressione degli uomini, costretti a patire per la pazzia di un singolo uomo.

Concludo col dire il motivo per il quale ho iniziato a fare foto. Immortalare momenti belli della mia vita è una delle mie passioni, ciò che metto dentro le foto non è solo un soggetto, sono compresi anche i sentimenti che mi suscita ciò che fotografo. Adoro i dettagli, proprio per questo motivo i soggetti delle mie foto è raro che siano paesaggi. Uno dei soggetti che amo fotografare è il mio gatto. Ogni suo dettaglio è bellissimo e immortalarlo è qualcosa di speciale. Adoro fotografare piante e fiori, il senso di leggerezza e felicità che mi danno è davvero intenso.

Mi appassiono guardando foto del mio passato, rivivere indirettamente ciò che ho già vissuto è davvero una bella sensazione ed è anche un modo per evadere dalle pressioni giornaliere. Guardare le foto dell’estate 2016 mi immerge in un tempo diverso da quello attuale; riesco a vedere le differenze tra ieri e oggi, i punti in cui sono cresciuta e maturata. Ciò potrebbe anche essere costruttivo per gli uomini in generale: vedersi dall’esterno, da una foto, vedere come appariamo, chi sembriamo e capire la differenza tra chi pensiamo di essere e chi siamo, può essere un metodo per migliorarsi.

Tutti noi abbiamo un bel ricordo che teniamo stretto dentro la nostra mente e in una piccola fotografia. Io non so bene quale sia la mia foto-ricordo più importante, probabilmente quella che ritrae me con un’altra persona che è stata davvero importante, che mi ha cambiato il modo di vedere la vita, soprattutto quella personale e privata. L’incontro con questa persona è stato un insegnamento duro e indiretto, e vorrei non scordarlo mai.

Le foto possono avere anche il fine di farci ricordare chi siamo stati e chi siamo, sta poi a noi decidere cosa fare: vogliamo essere chi siamo o vogliamo ritornare chi siamo stati? In questo caso la foto diventa un ricordo di tante, troppe, cose e ogni persona può avere una propria idea, riflessione o emozione vedendo una foto.

Il mio amore per la fotografia mi ha portata a comprare una macchina fotografica: la Nikon D3300. La fotografia è la mia arte, colei che mi ispira e che mi fa immergere nella natura, facendomi comprendere quanto bella sia. Mi fa sentire bene anche se per un arco di tempo ridotto. Quando fotografo qualcosa questa mi rappresenta in piccola parte.

Il mio consiglio è: più che immortalare singole immagini, dobbiamo immortalare parti di noi che la foto stessa riassume; queste parti sono astratte, è ovvio, ma ci comprendono e ci formano.

La fotografia riassume ciò che siamo e pensiamo nel nostro più profondo inconscio.

Smeralda Caccioppoli V AL