Come va la didattica a distanza?

Intervista a una professoressa di Storia dell’arte:

In quali scuole lavori?

In un istituto professionale e un liceo scientifico.

Come ti sei organizzata per la didattica a distanza?

È stato un po’difficile, perché ha preso tutti alla sprovvista. Per quanto riguarda me, ho iniziato a registrarmi su delle piattaforme consigliate da Internet, oppure dalle case editrici come la Zanichelli, l’Atlas e così via, suggerendole anche ai miei studenti. Da lì ho scaricato prodotti online e sto cercando di lavorare con i ragazzi anche tramite registro elettronico, quindi allegando file audio, oppure dei file video, con delle schede da compilare, che poi loro mi devono far recapitare tramite sempre registro elettronico o tramite piattaforma.

Le tue scuole ti sono sembrate preparate a quest’evenienza?

No, non erano molto preparate. Devo dire che, la didattica, fin’ora, è stata più o meno tradizionale, la classica didattica frontale con la lavagna, anche se è fornita di lim. Però, la didattica a distanza e le lezioni fatte in questo modo, no. Ci ha preso un po’ alla sprovvista, ma diciamo che, in breve tempo, hanno attivato delle modalità che c’erano già sul registro elettronico che, in teoria, erano disabilitate, perché non erano necessarie fino ad ora.

Nelle tue classi ci sono studenti che hanno problemi con questo metodo? Ad esempio non possiedono gli strumenti adeguati?

Sì, purtroppo ci sono molti ragazzi che, addirittura, non hanno le credenziali di accesso al registro elettronico e, con questi, ci stiamo organizzando tramite compagni di classe, che consegnano il materiale, o tramite cellulare. Cerchiamo in qualche modo di seguirli e di dargli delle indicazioni.

Come ti trovi con questo tipo di insegnamento?

A dire il vero, non molto bene. Preferisco il rapporto con la classe, le interazioni umane, e devo dire che, come aggiunta, la didattica online va benissimo, però deve essere una cosa aggiuntiva alla didattica frontale, che permette anche di creare rapporti relazionali con la classe. Così sembra un po’troppo virtuale e, quindi, si perdono determinati aspetti, quali le emozioni e un rapporto umano che si va a creare tra gli studenti ed un docente.

Qual è stato il tuo problema più grande con la didattica a distanza?

Quello che ho detto prima che, secondo me, vengono a mancare degli aspetti fondamentali, come quello del rapporto umano, tra l’insegnante ed i propri studenti. E, quindi, verrebbe a mancare anche il rapporto empatico che si viene a creare.

Ilaria D’Angelo