DIALOGO SULLA LEGALITA’

In occasione della Giornata della legalità, nel 28° anniversario della strage di Capaci, volevo ricordare, più che un uomo o un personaggio, l’ideale che Giovanni Falcone ha rappresentato. Ricordare con questo dialogo tra Giovanni Falcone e Totò Riina, per insegnare ai ragazzi a camminare con i propri piedi in nome di tutte le vittime della mafia, che hanno lottato per la nostra libertà

 

A Giovanni Falcone e a tutti coloro i quali hanno lottato per la nostra Libertà

 

Giovanni: “Oh talia cu c’è, non è mai un piacere rivederla…”

Totò: “I miei saluti signor giudice, che si dice da queste parti?”

Giovanni: “Ho trovato la pace qui, quella che tu non mi hai concesso in vita. Sono rinato, caro mio!”

Totò: “Ma che minchia va dicendo signor giudice?! Avi che lassau u regnu dei vivi, glielo devo ricordare io come se n’è andato? In mezzo minuto, il tempo esatto di una chiamata e “BOOM”, lei e tuttu u so teatrino sautasturo n’da l’aria. “

Giovanni: “La finezza è sicuramente uno dei suoi tratti distintivi signor Riina”

Totò: “Senta, ma quale finezza, le cose s’avissuro a diri sempre senza troppi giri di parole, dritte dritte come la traiettoria dei proiettili”

Giovanni: “E’ preparato anche in fisica vedo, tutto le si può dire tranne che lei non sia un uomo di cultura.”

Totò: “Ma che fa, mi sta prendendo per il culo signor giudice? C’è bisogno di ricordarle che sono un uomo d’onore io?”

Giovanni: “Uomo d’onore si definisce lei? Io forse non apparterrò più al suo mondo, ma persino da qui l’ho sentito come l’hanno chiamata per le strade di Palermo.”

Totò: “Ah e comu mi chiamarunu sintemu”

Giovanni: “Beh usando la sua stessa finezza. “Minchiuni, Cos’enutile“ e mi fermo qui per non risultare offensivo”

Totò: “Io sarei un minchiuni? Picchì nun si talia lei. Lei fici a fine du minchiuni, cu tutti i scemenze che andava dicendo in giro. Com’è che dicevate lei e quell’altro che faceva la radio? “La mafia è una montagna di merda” E taliati comu finisturu, ricordati sulu pi sta merda, proprio come me”

Giovanni: “Si ma siamo diversi noi caro mio. Le sente queste voci? Si avvicini, che dicono?”

Totò: “Giovanni è vivo e lotta insieme a?? Ma chi stana ricennu chisti, nun ci sentu bonu.”

Giovanni: “Certo ca nun ci senti bonu, stanno dicendo: “Giovanni è vivo e lotta insieme a noi, le sue idee non moriranno mai”. E’ un coro signor Riina.”

Totò: “Ma che è tuttu stu buddillinu.  Forse questi non lo sanno, ma gliela insegnano la storia a sti picciotti? L’abbiamo vinta noi sta guerra.”

Giovanni: “Proprio perché gliela insegnano sono scesi in piazza oggi. Lei forse non lo sa o fa finta di non sapere, ma la guerra non è mica finita. Se pensava di aver interrotto la mia battaglia o quella di qualcun altro con una semplice bomba, beh allora non è poi così sveglio. Lei pensa forse che io possa avere qualche rancore nei suoi confronti, ma in verità devo ringraziarla di cuore. Con quella bomba lei e quel Brusca avete risvegliato le coscienza della mia Palermo. Li guardi ora che belli che sono! Persone attive, coraggiose, gente che non si lascia più ingannare dai suoi progetti utopistici di famiglia. La guardi che bella la Sicilia vista da qui, voi avete provato a portargliela via ai siciliani, ma quelli sono gente di mare ampicchiati come le cozze alla loro isola. Quelli hanno il mare dentro caro mio, sono un popolo forte, pensavate davvero di ammutolirli?”

Totò: “Sarà, ma a mia parunu tanti soldati tutti misi in fila. Taliassi, tutti insieme pi fari chi? Pi ittari sulu uci. Anzi ppi fauri ci dicissi di fari menu uci ca si puttaru a testa.”

Giovanni: “E lei dice a me di zittirli? Non li si può più fermare, sa? Doveva pensarci prima di farmi saltare in aria.”

Totò: “Camminano, urlano e attonna camminano, ma nun si stancunu mai? E poi cosa pensano di dimostrare così?”

Giovanni: “Che non bastano ancora 100 passi per togliersi di dosso – mi scusi il termine – questa merda! Dimostrano che sono liberi vecchio mio!! LIBERI e pronti a farla rinascere la terra che lei ha provato a sottrargli. Ma, a proposito, lei sa cos’è la libertà? Ecco si avvicini ancora un po’ che glielo spiego.”

Anna Di Franco VAL