La didattica a distanza vista dagli studenti

Di Claudia Nicolò

Stephen Hawking una volta disse : “L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento.” . Se è realmente così, gli studenti più di chiunque altro ci siamo rivelati davvero brillanti.

Ormai è un luogo comune per gli adulti pensare che negli ultimi quattro mesi di scuola gli studenti abbiano fatto poco o niente, ma non è stato proprio così. Svegliarsi la mattina e accendere il computer invece di prepararsi e aspettare l’autobus alla fermata, magari questo si, è stato più semplice ma per i resto è stato difficile come a scuola, se non di più.

Al pomeriggio aprendo Google Classroom  i ragazzi venivano travolti da compiti da fare, valutazioni e le notifiche dei professori che sistemavano verifiche e interrogazioni, per non parlare del lavoro da svolgere: ogni settimana un riassunto di un capitolo de “I Promessi Sposi”, schede su schede di disequazioni di secondo grado, un disegno tecnico da svolgere, relazioni di scienze e problemi di fisica. Alla fine della giornata il cellulare aveva sicuramente più file nuovi su Drive che percentuale di batteria, e non è detto che tutti gli studenti sapessero come utilizzare queste tecnologie.

Ad incrementare la difficoltà era la totale assenza di contatto fisico, sia con gli amici ma anche con i docenti stessi, non poter chiedere ulteriori spiegazioni liberamente se non dietro una videocamera e un audio che il più delle volte andava a scatti o non potersi confrontare con i compagni prima che suonasse la campanella che forse la cosa più simile a questo momento erano quei pochi minuti in cui la professoressa non era ancora entrata nella videolezione. Si può constatare che non sia stato letteralmente “un gioco da ragazzi” .

Magari alcuni spegnevano la videocamera e il microfono, magari alcuni non seguivano la lezione e pensavano ad altro o alcuni non mandavano i compiti entro il tempo prestabilito, ma tutto sommato sono stati capaci di adattarsi al cambiamento, un cambiamento radicale.

Una fonte di distrazione e di riposo a fine giornata erano ( più di prima ) i social media che hanno mantenuto i contatti e le relazioni sociali tra di noi. Basta solo pensare che l’applicazione Tik Tok, solo nel mese di marzo ha ottenuto più di sette milioni di nuovi utenti. Un’altra applicazione è Instagram che in quei tre/ quattro mesi l’argomento principale era appunto la didattica a distanza dal punto di vista dei ragazzi con post, meme e dirette live.

A dispetto di quello che molti pensano, i  giovani hanno dimostrato di essere capaci di affrontare le difficoltà che la vita riserva e di riuscirci al meglio. Oggi è stata una pandemia globale, un domani sarà qualcos’altro.