L’adolescenza, questa sconosciuta…

Quando si pensa alla gioventù ci immaginiamo un’età in cui ogni nostra singola esperienza è in qualche modo accompagnata da un sottofondo di leggerezza, spensieratezza e continua felicità. Mi piace pensarla come un periodo del genere, ma devo ammettere che momenti accompagnati da sensazioni di questo tipo sono affiancati anche da altri meno allegri ed esaltanti. Nonostante questo trovo che l’adolescenza sia un periodo indimenticabile per il suo continuo alternarsi di momenti luminosi ad altri più bui, è questa sua bipolarità che la rende in qualche modo unica per ognuno di noi. E’ un periodo strano in cui ci sentiamo completamente e frequentemente ossessionati dall’idea di perdere tempo, almeno per me è così, e soprattutto dalla sensazione di perdere il nostro momento, di non saper cogliere l’attimo. Il poeta latino Orazio in un suo componimento ha ideato il tanto celebre idioma “Carpe diem” e per quanto io cerca ogni volta di ricordarmelo più volte trovo che non sia così automatico rispettare il significato di queste due parole. Questo perché noi adolescenti siamo sempre molto combattuti tra ciò che realmente vorremo fare e quanto verremo poi giudicati da coloro che ci circondano. E’ triste se ci si riflette ma purtroppo è così, spesso la paura di cosa potrebbero pensare gli altri ci frena comletamente, facendoci perdere alcune occasioni forse irripetibili. Ovviamente questo varia da carattere a carattere, non tutti noi abbiamo così timore del giudizio degli altri, per fortuna. A me il giudizio degli altri influenza ma non più di tanto, sono molto più ossessionata dal timore di arrivare ad una certa età e non aver raccolto tante esperienze uniche quante ne avrei volute, questo sinceramente mi spaventa. Per questo motivo cerco sempre di rendermi partecipe ogni volta che si presenta qualcosa di nuovo, perchè non vorrei perdermi niente. Ovviamente questo mio atteggiamento positivo è poi spesso contrastato dal fatto che, quando mi ritrovo in una situazione, a causa del mio carattere un po’ chiuso e riservato, non sempre riesco a partecipare quanto vorrei e su questo devo lavorare.

Quando sarò adulta vorrei avere la certezza, guardando indietro attraverso i miei ricordi della gioventù, non aver lasciato indietro niente, di aver vissuto ogni singolo attimo esattamente come desideravo. Non vorrei ritrovarmi come il nostro Leopardi che negli ultimi versi della poesia “Il passero solitario” sottolinea come un giorno, da anziano, guardando indietro si pentirà di non aver vissuto i momenti della sua giovinezza. Citando le sue testuali parole il poeta scrive “Che di quest’anni miei? Che di me stesso?/ Ahi pentirommi, e spesso, / Ma sconsolato, volgerommi indietro.” Come possiamo percepire da questi versi anche Leopardi era in qualche modo affetto, come capita anche a noi ragazzi, dall’ossessione di perdere tempo e di non vivere al meglio la propria gioventù.

Alcuni degli obietttivi principali che devo portare avanti adesso che sono abbastanza giovane per realizzarli sono sicuramente viaggiare, vivere momenti indimenticabili con chi mi ha accompagnato nel corso dell’adolescenza, ovvero i miei amici del liceo, imparare a suonare bene uno strumento, e al momento direi che questo sarà la chitarra, non smettere mai di coltivare ciò che so fare e mi riesce con uno sforzo relativamente basso e cercare di essere leggera, il più leggera possibile. Per ora sinceramente devo dire di essere abbastanza contenta di come sto trascorrendo questi anni, sebbene alle volte passi dei periodi in cui vedo tutto nero e non mi rendo conto che in realtà momenti del genere capitano a tutti e spesso ci aiutano a riflettere. Sono sempre stata abbastanza timida e una che sta nel suo, senza mostrarsi troppo, almeno all’inizio, quando conosco una persona per la prima volta e ancora non riesco ad aprirmi completamente. Per questo ho sempre desiderato di avere vicino a me persone che invece riuscissero meglio di me ad esprimersi e a “buttarsi” un po’ di più e così è stato. Durante l’infanzia ho sempre avuto inorno a me persone molto solari, estroverse e intraprendenti che sicuramente mi hanno insegnato molto nel modo di rapportarmi con gli altri. Ricrodo che quando ero alle elementari sognavo, quando sarei stata alle superiori, di trovarmi un gruppo di amiche con cui condividere le esperienze più formative dell’adolescenza e con cui essere me stessa il pèiù possibile. Infatti poi quando sono andata al liceo fortunatamente ho conosciuto persone che nel loro piccolo mi hanno un po’ cambiata, per i loro caratteri, simili o completamente opposti al mio, per i loro modi di fare e per le loro passioni. In particolare in questi quattro anni di liceo si è formato un vero e proprio gruppo di ragazze di classe con cui mi trovo veramente bene. Penso che le amicizie di cui ci si circonda, in particolare in anni importanti come questi, influenzino molto le persone che saremo in un momento futuro. Oltre alle amicizie più legate alla scuola che ognuno frequesta penso però che sia importante anche coltivare altri tipi di amicizie, amici di infanzia o che abbiamo conosciuto in contesti particolari.

Molte della cerchia di persone che ci accompagnano in questi anni importanti saranno poi presenti in esperienze che faremo in questi anni, molte per la prima volta. Per esempio penso che ricorderò sempre il primo viaggio che ho fatto in autonomia quando avevo appena finito la terza media, ovvero la vacanza-studio in Inghilterra, a Bristol. In quella situazione, lontana dalla famiglia, ho sicuramente imparato ad essere un po’ più indipendente e a relazionarmi con le persone in una lingua diversa dalla mia, l’inglese. Ricordo che fu un’esperienza magica anche perchè, oltre ai meravigliosi posti che ho visitato mentre ero lì, come Oxford, Stonhenge e Bath, feci amicizia con un gruppo di estoni con cui sono rimasta in contatto anche dopo. Questa esperienza del viaggio studio in inghilterra l’ho poi ripetuta ogni anno da quell’estate: ogni volta sono diverse le persone del gruppo con cui parto e quindi questo mi permette di conoscere nuove persone e i luoghi da visitare sono sempre diversi. Sicuramente queste esperienze hanno con gli anni cambiato il mio modo di vedere le cose e anche un po’ il mio carattere, che è diventato più aperto e meno riservato.

Quando ho iniziato il liceo ho sentito un po’ la necessità di formarmi dal punto di vista musicale e letterario e per questo è passato un periodo in cui ascoltavo moltissima musica che prima conoscevo magari solo di nome e a cercare quali fossero i libri o i film che dovevo assolutamente leggere/vedere. Penso di aver sentito questa esigenza perchè ciò che una persona ascolta, legge, ciò che insomma ci appaga mentalmente va poi a definire una parte della nostra personalità e io volevo cercare dentro di me quali fossero i miei interessi. Per quanto questa ricerca sia in realtà ancora in corso, ho capito quali sono le mie preferenze in questi campi e ci sono sicuramente delle canzoni, dei libri e dei film che mi hanno cambiata radicalmente. Per esempio se dovessi citare alcuni libri che mi hanno fatta molto ragionare e al tempo stesso mi hanno appassionata sono due: 1984 di Orwell e Mille spendidi soli di Hosseini. Il primo perchè mostra una società ipotetica futura in cui le persone non hanno completa libertà di agire e sono constantemente controllate dal governo e mi ha fatto amare il genere distopico. Il secondo perchè racconta due storie di donne la cui condizione è assai difficile e grazie a questo libro ho letto uno spaccato di mondo, che conoscevo solo dalle notizie, in cui le donne non vivono libere come nel nostro paese e quindi mi ha aperto molto la testa. Invece un film che mi ha segnata, come penso abbia segnato molti altri ragazzi come me, è “L’attimo fuggente” diretto da Peter Weir. E’ un film che ha come tematica principale quella della fugacità della giovinezza e dell’importanza di cogliere l’attimo, un po’ come dicevo all’inizio quando citavo Orazio. Ecco, questo fim, oltre ad avermi fatto desiderare di avere un insegnante di letteratura come il Professor Keating, mi ha fatto capire l’importanza di scegliere sempre di fare ciò che amiamo, di seguire ciecamente le nostre passioni, senza farci ostacolare dai voleri altrui.

Ciò che occupa maggiormente le nostre giornate da adolescenti è sicuramente la scuola. Oltre a frequentarla tutti i giorni spesso passiamo pomeriggi interi a studiare e anche le persone con cui usciamo il più delle volte sono legate all’ambiente scolastico. La scuola quindi influenza molto le nsotre vite in questo momento ed è un luogo dove, oltre ad arricchirci culturalmente, possiamo cogliere tanti nuovi spunti. Devo dire però che la scuola non mi ha mai appagata completamente e quindi ho sempre cercato, fin dalle medie, di fare anche altro al di là di quello che imparavo all’interno dell’ambiente scolastico. Per esempio ho sempre frequentato tanti corsi, alcuni come inglese e giornalismo che hanno potenziato ciò che imparavo a scuola. Per quanto riguarda l’inglese grazie a questi corsi extracurricolari di conversazione sono riuscita a conseguire delle certificazioni, mentre con il corso di giornalismo sono riuscita a coltivare la mia attitudine nello scrivere, che con gli impegni scolastici trascuro un po’ e inoltre i professori che ho incontrato al liceo non mi hanno mai fatto scrivere molto. Oltre a questi due corsi che continuo a fare, nel corso degli anni sono stata incuriosita anche da altri interessi al di fuori della sfera scolastica. Qualche anno fa per esempio, ricordo che per il mio quindicesimo compleanno mi è stata regalata una macchina fotografica digitale e dopo qualche anno in cui la utilizzavo semnza realmente conoscere le basi della fotografia, decisi di iscrivermi a un corso. L’ho frequentato solo un anno perchè purtroppo non ho mai avuto tempo di riprenderlo ma devo dire che mi è servito molto per capire ciò che bisogna conoscere per realizzare una foto in maniera precisa, con la giusta luce, tempi e sensibilità. Sicuramente se l’avessi continuato sarei un po’ più esperta però devo dire che anche se è durato poco ho imparato le basi e per iniziare mi bastano. Durante l’inverno raramente scatto foto, ma nel periodo estivo, qundo sono un po’ più libera, la macchina fotografica diventa la mia compagna di viaggi ed esperienze e la porto sempre con me. E’ stato il mezzo con cui ho realizzato le decide di foto di paesaggi marini, tramonti rosei e foto con amici che decorano l’armadio della mia camera. Ogni volta che le guardo hanno come il potere di farmi rivivere i momenti felici e spensierati in cui li ho scattati e riescono a farmi ricordare di un’estate ormai lontana. Un’altra attività che onestamente non avrei mai pensato di fare è teatro: anche se ho capito che decisamente non è la mia strada, mi ha aiutato molto a “tirare fuori la voce” e ad essere meno timida. In assoluto però ciò di cui vado più fiera è il momento in cui mi sono resa conto di desiderare immensamente di imparare a suonare lo strumento. Qualche anno fa infatti, in un periodo in cui mi sentivo un po’ giù perchè mi sembrava di non stare vivendo al massimo la mia gioventù, espressi il desiderio di imparare a suonare uno strumento e così ho iniziato, da completa esordiente, a prendere lezioni di chitarra. Adesso dopo più di un anno e mezzo posso dire di essere molto contenta di aver iniziato, anche se è stato faticoso soprattutto all’inizio. Oltre ad essere uno dei passatempi che in assoluto preferisco, in quanto riesce a liberarmi la mente e mentre suono mi diverto, è stato anche un modo per ritrovarmi con altre persone, amici che cantano o suonano, a provare insieme varie canzoni.

Inconsciamente mi sarò dimenticata di menzionare qualche altro momento che mi ha segnata ma sicuramente questi fanno parte del mio attuale “bagaglio”.