Un’esperienza fantastica – Racconto

Era uno dei soliti, noiosi, lunedì a scuola.
Niente di più fastidioso di doversi svegliare presto.
Proprio in quel momento arrivò un fulmine: qualcosa di davvero magico che avrebbe potuto travolgere la giornata e renderla più interessante.
Era da tanto che Leonardo, insieme ai suoi amici, aspettava questo giorno…
Quello della gita!
Non una semplice gita; a quanto pare, sarebbero rimasti lì anche a dormire, in mezzo al bosco, nel buio ma, per fortuna, insieme ai propri amici e a parecchi adulti, i professori.
Ricordandosi di tutto ciò, Leonardo si preparò più velocemente possibile e scese a chiamare il resto della banda dei cosiddetti “inseparabili”. Erano ormai chiamati così da tutti. Insieme formavano una vera e propria squadra: i quattro ragazzi più uniti di tutta la scuola… Si chiamavano Christian, Lidio, Riccardo e Leonardo.
Dopo poco furono al completo, pronti per avviarsi a scuola, dove gli altri, sicuramente, erano già arrivati da tempo. Tutti erano sempre stati puntuali, gli unici ritardatari erano, al contrario, loro. Infatti, durante le camminate e le passeggiate, non facevano altro che fermarsi ad ammirare qualsiasi negozio.
Per loro tutto era magico, anche perché avevano tantissima immaginazione, questo era ciò che principalmente li univa l’uno all’altro. Ognuno di loro quattro sapeva che, almeno per quel giorno, avrebbero potuto impegnarsi ad essere puntuali come gli altri. Infatti, nonostante immaginassero di tutto, per questa grande occasione erano stati molto a pensarci ma, alla fine, erano riusciti ad arrivare in orario. Chissà, avrebbero potuto cavalcare un T-Rex, volare nel cielo ed arrivare fino alle nuvole, dove avrebbero potuto buttarcisi dentro o, ancora meglio, nuotare in un mare di cioccolata!
Per tutti gli altri era una semplice gita, ma per loro era molto più importante di questo: era un’occasione per stare più tempo insieme e quindi divertirsi ancora di più del solito.
Anche se molto attirati dalle distrazioni, durante il tragitto si fermarono meno volte e, per miracolo, arrivarono proprio nel momento giusto, in tempo per poter partire. L’attesa era ancora molta ma per fortuna, dopo tanto tempo, arrivarono a destinazione.
Erano in un bosco, non se lo sarebbero mai aspettati di ritrovarsi in quel posto, ma, ugualmente, si sarebbero inventati qualcosa per rendere, anche questa volta, tutto indimenticabile.
Gli adulti dissero subito di montare le capanne per poi andare a fare una visita al posto, tutti insieme. Subito i ragazzi si guardarono, capendosi al volo: si sarebbero allontanati, lentamente, in modo da esplorare, senza una guida, quel meraviglioso luogo.
Inizialmente seguirono i professori ma appena videro gli adulti distratti si allontanarono, come previsto. Nessuno si accorse di niente e a loro sembrava di essere in paradiso, stavano benissimo, erano calmi dopo aver raggiunto il loro obbiettivo, anche se questo era solo l’inizio.
C’era un problema: nessuna delle loro idee si poteva realizzare in un bosco. Allora decisero di andare a curiosare un po’ dappertutto, senza conoscere la destinazione.
Non sapevano dov’erano e neanche dove stessero andando. Sicuramente prima o poi gli altri si sarebbero accorti della loro assenza, in particolare ad una gita.
Dopo aver camminato per un bel po’ di tempo, finalmente, oltre agli alberi e ai sassi sotto i piedi, videro in lontananza una cascata. Non avevano idea di dove si fossero cacciati… Sapevano soltanto che si erano allontanati di tanto, senza neanche rendersene conto. Si avvicinarono, leggermente impauriti.
Volevano passare oltre, perché, stranamente, non erano particolarmente attirati.
Per fortuna nei loro zaini, i professori avevano detto di mettere almeno una corda e loro, stranamente, le avevano portate.
Non sapendo nemmeno loro come avevano fatto, riuscirono ad attraversarlo.
Non credevano ai loro occhi: avevano faticato cosi tanto senza sapere che poco più in là si trovava uno strano ponte, anche se a guardarlo non sembrava poi così sicuro…
E inoltre avevano perso anche le corde!
Gliene era rimasta solo una, non sufficiente per il ritorno.
Provarono ad andare più avanti, ma, non si sa come, non trovavano niente di interessante.
Per questo decisero di ritornare indietro, anche se non erano proprio soddisfatti di questa esplorazione.
Si ricordarono appena in tempo che non avevano più niente per tornare indietro.
L’unico modo era passare per quel ponte…
Non avevano altra scelta.
Mentre passavano sopra, guardavano impauriti in basso.
Il ponte traballava emettendo un suono per niente piacevole che intimoriva sempre di più i poveri ragazzi.
Finalmente, passo dopo passo, lentamente, ci riuscirono e, camminando anche questa volta per tantissimo tempo, finirono per incontrarsi col resto della classe, che per tutto questo tempo non si era accorta di niente…
Finalmente poterono tornare a casa, dove non dissero niente a nessuno.
Greta / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze